“Bomba a Rialto e andiamo in paradiso”
Arrestati tre kosovari: esultarono dopo l’attentato di Londra. Perquisizioni in centro
Con un blitz nella notte di polizia e carabinieri è stata fermata una presunta cellula jihadista in pieno centro a Venezia. Tre persone sono state arrestate, una fermata e un totale di dodici perquisizioni. I sospetti terroristi sono tutti di origine kosovara, presenti in Italia con regolare permesso di soggiorno.
«A Venezia guadagni subito il paradiso per quanti miscredenti ci sono qua. Metti una bomba a Rialto»: è uno dei passi di una intercettazione Gli investigatori sottolineano poi l’esultanza della banda dopo l’attentato di Londra della settimana scorsa. L’operazione è coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo della città lagunare
Tutta l’indagine e l’attività di intelligence sulla cellula jihadista è imperniata in abitazioni nel pieno centro della città lagunare, nella zona di San Marco, dove - ha spiegato il procuratore Adelchi d’Ippolito - gli arrestati incontravano simpatizzanti e pregavano. Inneggiavano all’Isis, parlando di ideologia rivoluzionaria, e ipotizzando una serie di attentati.
Per i tre arrestati c’è già il provvedimento del Gip, mentre a carico del minorenne c’è un’ordinanza della Procura della Repubblica per i minori ora attesa della convalida del giudice. L’indagine è partita nel 2016 quando uno degli indagati è rientrato da un viaggio in Siria. Polizia e Carabinieri, è stato sottolineato nel corso della conferenza stampa in Procura, hanno svolto un’attività serrata, e grazie all’intuito della Digos e hanno passato sotto la lente d’ingrandimento non solo tutti i contatti fisici degli appartenenti alla cellula, ma soprattutto quelli telematici. Ogni aspetto è stato seguito passo-passo dai reparti interforze, con il contributo determinante dei Gis e dei Nocs che, data l’alta percentuale di rischio, hanno portato ad arresti fulminei, chiusi in manciate di secondi.
Le persone indagate, ha spiegato ancora Adelchi d’Ippolito, erano solite guardare video con i tutorial dell’Isis sull’uso delle armi, tra questi ad esempio quello sull’uso più efficace dei coltelli, e si preparavano con esercizio fisico paramilitare. Tra le ‘materie´ studiate e simulate anche la fabbricazione di bombe.
«Queste sono le notizie che ci fanno sentire più sicuri»: è il commento agli arresti del governatore del Veneto Luca Zaia. «Credo sia necessario blindare i confini del Paese, sigillarli e controllare chi entra e chi esce perché domani potrebbe essere troppo tardi» duce il leader della Lega Matteo Salvini.
Alcuni diritti riservati.
Da www.lastampa.it del 30 marzo 2017
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