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Dopo 23 anni la «baracca» di don Carlo cambia guida

Con Bazzari la Fondazione è cresciuta puntando sui valori dell’angelo dei mutilatini, Barbante arriva dalla “Sacra Famiglia”

Avvicendamento ai vertici della ‘baracca’, come il beato don Carlo Gnocchi in dialetto milanese sul letto di morte chiamò la sua Fondazione. Dopo 23 anni monsignor Angelo Bazzari lascia la carica di presidente a don Vincenzo Barbante, 58 anni, sacerdote ambrosiano dal 1989. Presidente della Fondazione Istituto Sacra Famiglia Onlus di Cesano Boscone (Mi), una significativa esperienza in campo socio-assistenziale e nel settore delle fondazioni civili di beneficenza.

È membro del collegio dei revisori dell’Istituto diocesano del sostentamento del clero di Milano, responsabile del controllo e coordinamento degli enti socio-assistenziali operanti nella diocesi, delegato per l’edilizia di culto ambrosiana e della regione ecclesiastica lombarda, nonché membro del comitato per l’edilizia di culto della Cei. «Privilegiando la tempestività della comunicazione - si legge nella nota diffusa dal nuovo presidente della Don Gnocchi - mi limito a formulare un ringraziamento sincero e sentito a mon- signor Bazzari per il lungo e qualificato servizio reso alla Fondazione, nel ricoprire con dedizione e competenza la carica di presidente. Nelle prossime settimane ci sarà modo di esprimere tale gratitudine in forme consone all’entità e alla qualità del lavoro svolto in oltre 23 anni per il bene e lo sviluppo della Fondazione, dando piena continuità alle intuizioni e allo spirito trasmesso nella sua Opera dal beato don Gnocchi. Ringrazio anche i consiglieri e i revisori che hanno terminato il mandato, in particolare il vicepresidente Giovanni Cucchiani. Contestualmente auguro una fattiva collaborazione a tutti i nuovi membri degli organi statutari».

Che si sono insediati nei giorni scorsi e sono il confermato Marco Campari (delegato), Rosario Bifulco, Giovanna Brebbia e Luigi Macchi. Raffaele Valletta presiede il Collegio dei revisori, composto anche da Emilio Cocchi e da Adriano Propersi. Don Bazzari, 73 anni, è stato ordinato sacerdote nella diocesi di Bobbio nel 1967. Incardinato nella diocesi di Milano dall’arcivescovo Carlo Maria Martini, è stato direttore della Caritas Ambrosiana dal 1984 al 1993, quando venne nominato presidente della Fondazione. Che durante la sua presidenza è passata da 13 centri sul territorio nazionale ai 28 attuali divenendo un gigante europeo del non profit.

Ma grande è stato anche l’impulso dato da Bazzari alla riscoperta della figura del fondatore, il sacerdote ricordato con film e libri sia come cappellano degli Alpini durante la campagna di Russia sia come angelo dei mutilatini, degli orfani e dei disabili. Uno sforzo imponente, che ha consentito alla Fondazione di svilupparsi e crescere restando fedele alla missione e che ha certamente contribuito a sostenere il processo canonico che ha portato alla solenne beatificazione di don Carlo in piazza Duomo a Milano il 25 ottobre 2009.

Altra caratteristica, l’attenzione strategica alla formazione, alla solidarietà internazionale (con il riconoscimento di ong ottenuto dalla Fondazione per la realizzazione di progetti nei Paesi in via di sviluppo), al potenziamento della ricerca scientifica in collegamento con enti e realtà di livello nazionale e internazionale (fare bene il bene, come voleva don Carlo), allo sviluppo di nuovi centri, in particolare nel centrosud, e di nuovi servizi anche innovativi e sperimentali sul fronte delle cure palliative per malati oncologici terminali e dell’assistenza a pazienti con gravi cerebrolesioni o in stato vegetativo. Straordinarial’attenzione di Bazzari all’area della disabilità e ai servizi socioeducativi della Fondazione, accompagnata dalla sensibilità nei confronti delle famiglie. Tra le numerose benemerenze, il premio internazionale ‘Vittorino Colombo’ e la laurea honoris causa in ‘Scienze dei servizi sociali’ conferitagli dalla ‘L.U.de.S’ di Lugano. Nelle scorse settimane don Angelo ha ricevuto la nomina di ‘incaricato dell’arcivescovo di Milano per la custodia e la diffusione del messaggio del Beato Carlo Gnocchi’.

Paolo Lambruschi - da www.avvenire.it del 14 dicembre 2016

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