Boom del M5S, che conquista Roma e Torino e vince quasi ovunque si sia presentato: i ballottaggi delle amministrative consegnano un risultato “storico” per i pentastellati che ora puntano al governo del Paese. “È solo l’inizio, ora tocca a noi”, dice Beppe Grillo. Virginia Raggi e Chiara Appendino, con il 67,21% e il 54,5%, guideranno dunque la capitale e il capoluogo piemontese dopo aver messo Ko il Pd. Anche il centrodestra perde in molte città con l’eccezione di Trieste dove Roberto Dipiazza scalza il Pd Roberto Cosolini, mentre a Napoli e Bologna gli elettori riconfermano Luigi De Magistris e Virgilio Merola (Pd). A salvare i democratici è però, soprattutto, la vittoria del candidato renziano Beppe Sala che, dopo un iniziale testa a testa, chiude in vantaggio con il 51,7% dei consensi contro il 48,3 di Stefano Parisi.
Il M5S dunque si conferma “macchina da ballottaggi”, come lo ha definito l’Istituto Cattaneo, e nei 20 comuni in cui si è presentato (su 126 totali di questa ultima tornata elettorale) ottiene la vittoria in 19 casi (a Carbonia e in altre cittadine tra le quali spicca Chioggia). Non solo, riesce ad eleggere la prima sindaca della capitale e a prendere Torino, città simbolo per la sinistra governata da Piero Fassino negli ultimi anni. “Hanno vinto i Romani - dice una Raggi emozionata in conferenza stampa - Parte un’era nuova, sono pronta a governare”. La nuova prima cittadina, annuncia lo sfidante Roberto Giachetti, si troverà davanti un’opposizione “costruttiva ma determinata”. E comunque, fa i conti il capogruppo alla Camera Ettore Rosato, la vittoria del Campidoglio è dovuta anche all’appoggio del fronte Meloni-Salvini. Dopodiché, ci tiene a sottolineare fin dall’inizio il Pd, una cosa è la competizione elettorale e politica, un’altra sono i leali rapporti istituzionali: a prescindere dal colore del sindaco, il “governo ci sarà“, chiarisce Rosato. E se quella di Roma e Torino è una “sconfitta netta”, riconosce il partito di Matteo Renzi, è anche vero che nell’insieme il dato appare “frastagliato” e non consente di dare ai risultati una lettura nazionale. Un punto comunque sarà fatto dalla direzione del partito il prossimo venerdì 24.
Dal fronte opposto, Forza Italia, Lega e M5S ovviamente si dicono convinti che le amministrative siano state solo l’antipasto di quello che verrà e guardano sia al referendum di ottobre sia, in prospettiva, alle prossime elezioni politiche. “È il fallimento del renzismo”, è il leit motiv degli azzurri, mentre Matteo Salvini si dice convinto che queste elezioni siano la prova che “gli italiani non credono più a Renzi”. Certo, al contrario dei grillini, anche il centrodestra non può cantare vittoria: dei sei capoluogo di Regione riesce a prendere solo Trieste. E la Lega perde persino a casa sua: Varese, storica roccaforte, dopo 23 anni passa al centrosinistra.
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Da www.avvenire.it del 20 giugno 2016
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