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ott 03

20131003-soldatoIL SOLDATO DI LEVA


In che anni ha svolto il servizio di leva?
Alla fine degli anni 1950 e inizio 1960
Quale era l’età in cui avveniva la selezione per il servizio di leva?
La selezione avveniva nell’anno in cui si compiva il diciottesimo anno di età.
Come avveniva la selezione?
Arrivava nella residenza del diciottenne maschio (le Donne ne erano esentate ) una cartolina in cui veniva comunicato che era stato iscritto nelle liste di Leva Militare ed in cui veniva fissata la data ed il luogo in cui il soldato di leva ( Coscritto), come comunemente veniva chiamato il giovane di leva, doveva presentarsi per sottoporsi alla visita di preselezione per la chiamata alle armi.
Dove si svolgeva la prima visita di selezione?
Ogni Provincia aveva un proprio Distretto Militare, che però normalmente suddivideva il suo territorio di competenza in sezioni di reclutamento che evitavano grossi spostamenti ai Giovani di Leva, per esempio Voghera era sede di un distaccamento che raccoglieva anche i Comuni Limitrofi, poi c’era Varzi e cosi per tutta la Provincia.
Come si svolgeva la giornata della visita?
La giornata della visita era un momento di festa e di incontro e conoscenza, ma per alcuni giovani anche di amarezza perche restii alla Leva. Comunque prima e durante la visita medica molti cercavano tutte le scuse anche le più inverosimili, portando certificati medici oppure lamentandosi presso la commissione medica di tutte le più impensate malattie e chi poteva avere conoscenze si faceva anche raccomandare.
Allora non era per tutti una festa?
Diciamo che per la maggioranza era un momento di festa e di incontro, ma prevaleva in molti, il fatto che si riteneva troppo lungo il periodo di leva e buona parte riteneva la leva una perdita di tempo che non serviva nella vita e faceva perdere un proficuo periodo di lavoro.
Quanto durava il periodo di Leva?
Il servizio militare al momento in cui sono stato chiamato era di diciotto mesi salvo eventuali prolungamenti per richiami o particolari esigenze:
L’avvenimento prevedeva anche momenti di festa?
Dopo la visita, i coscritti interessati formavano un comitato che nominava un presidente, provvedeva a scegliere la madrina tra le coscritte femmine e organizzava varie manifestazioni, la messa di ringraziamento, e altri momenti di festa, ma la più partecipata era la veglia dei coscritti, a cui potevano intervenire tutti gli interessati e potevano invitare parenti e amici, a Voghera per esempio si svolgeva alla sala “Ariston” , mentre nei paesi si svolgeva nello spazio più capiente esistente nel paese, magari anche un deposito di granaglie vuoto . Siccome le feste non si svolgevano nel medesimo periodo, permetteva a noi giovani di partecipare a molte serate e fare molte conoscenze, anche fuori dalla propria città.
In questo periodo tra i coscritti avveniva una gara per invitare le coscritte più carine, oppure qualche fidanzatina, che permetteva all’interessato per quella serata di sentirsi un vivoer.
Terminati tutti i vari festeggiamenti, che come sopra evidenziato duravano nel tempo, cosa aspettava il coscritto?

  • 2. Tutti quelli che erano stati riconosciuti abili alla leva aspettavano con ansia la cartolina del servizio militare che li invitava, normalmente la sede era la citta vicina più popolosa, in cui si andava per tre giorni in caserma per effettuare tutte le visite più specialistiche, esame del cuore, radiografia ai polmoni ecc. , che permetteva alla commissione di leva di valutare quasi definitivamente , se il coscritto era abile ed arruolato ed inoltre le veniva richiesto di scegliere tra i vari corpi militari, fanteria, artiglieria, sanità, aeronautica, paracadutisti, ecc.. L’allievo faceva una sua proposta che però nella maggior parte dei casi non veniva soddisfatta, ad eccezione dei soliti raccomandati.
    Quanto tempo intercorreva tra la prima visita di leva e l’arrivo della cartolina di precetto?
    Passavano circa dai due ai quattro anni.
    Quindi un ragazzo partiva per il servizio di leva a che età?
    Normalmente la cartolina di precetto arrivava nell’anno in cui l’allievo aveva compiuto i ventuno anni ed allegata alla stessa vi erano i biglietti per il treno con il relativo percorso, la data di partenza, il giorno in cui doveva arrivare, la città e la relativa caserma in cui doveva presentarsi ed inoltre tutte le pene per i disertori.
    Nel periodo sopra descritto cosa faceva l’allievo militare?
    Tenendo presente, che nel periodo di cui stiamo trattando, la maggioranza dei ragazzi frequentava corsi professionali che terminavano al massimo a sedici anni e quindi incominciavano subito a lavorare il disagio per questi giovani era limitato, mentre era molto grave per i giovani che optavano per il diploma, in quanto pochissime ditte assumevano giovani che dovevano ancora svolgere il servizio militare e pertanto durante questo periodo per avere un minimo di riscontro formativo ci si accontentava di lavori saltuari, che adesso si chiamerebbero in nero, pur di farsi un bagaglio di esperienza da utilizzare dopo il servizio militare.
    Il giorno della partenza era un giorno triste o gioioso ed il viaggio era sereno?.
    Se si pensa che molti giovani non avevano mai lasciato il tetto famigliare per lunghi periodi, tutti i giovani di leva erano preoccupati, normalmente però tutti cercavano di nascondere i loro effettivi sentimenti per non sembrare delle femminucce. Il distacco principale era dalle Mamme, le quali si sentivano molto chiocce a cui portavano via i pulcini.
    Il viaggio normalmente passava molto in fretta, in quanto tra la preoccupazione delle coincidenze dei treni, la stanchezza fisica e mentale accumulata durante il distacco dai famigliari, non c’era tempo per pensare e se era notte ci si addormentava.
    Come era l’arrivo alla stazione della città in cui aveva sede la caserma?
    Diciamo che era abbastanza traumatico in quanto appena si aprivano le porte del treno incominciavi a sentire i comandi dei Caporali istruttori, che sapevano quando arrivavano i treni con sopra le reclute, ti inquadravano immediatamente e appena completato lo svuotamento delle carrozze, ti allineavano e ti conducevano alla caserma . Il sottoscritto, essendo stato assegnato al C. A. R. della Città di Orvieto, appena scesi dal treno siamo stati accumulati all’interno della carrozza della funicolare che dalla stazione conduce alla vecchia città di Orvieto e dopo l’arrivo alla caserma che era proprio nel piazzale di arrivo della funicolare, ogni recluta veniva avviata alla propria compagnia di appartenenza.
    Come era la vita iniziale della recluta?.
    Preso atto che il periodo di permanenza al C.A.R. aveva una durata di circa tre mesi, dopo essere stato avviato alla compagnia a cui era assegnata incominciava l’istruzione.
    I caporali istruttori inquadravano la compagnia ed ognuno veniva chiamato per la consegna del vestiario, delle coperte e lenzuola per il letto . Ad ogni recluta veniva anche consegnato uno zainetto piccolo ed uno grande in cui nel momento di un trasferimento od altro motivo dovevano trovare posto tutto il vestiario e le coperte .
    I vestiti e la biancheria intima venivano provati per gli aggiustamenti?.
    Ognuno provava i proprii vestiti assegnati ed in caso occorressero grossi aggiustamenti venivano mandati dal sarto, non era ammesso accorciare i pantaloncini corti ,
    La sveglia a che ora veniva data e come si svolgeva la giornata del soldato?
    La sveglia veniva data con la tromba alle sei ed il soldato aveva tempo mezzora per lavarsi, sistemare la branda con il cubo ed alle sei e trenta doveva essere allineato e coperto con la propria compagnia al completo per l’alza bandiera .
    Terminato l’alza bandiera si dava tempo mezzora per la colazione fatta di latte e caffè con pane .Iniziava immediatamente l’istruzione che poteva essere sia in aula che in cortile .
    Cosa veniva insegnato in aula?
    Erano tutte le nozioni per distinguere i vari gradi dell’esercito, la disciplina, le varie pene per i reati, la conoscenza delle armi, la loro manutenzione e tutte le nozioni sui materiali ed esplosivi, ed il loro corretto uso in fase di utilizzo . Veniva insegnata e pesata particolarmente la pericolosità di qualsiasi arma ed inoltre si insegnava che in fase operativa ogni comando andava immediatamente eseguito senza discutere, in quanto la mancanza di una corretta esecuzione poteva mettere in pericolo la propria e specialmente quella dei propri commilitoni. Gli istruttori ponevamo molto in risalto la validità dello spirito di corpo per cui ogni reparto doveva dare il massimo impegno per essere il migliore.
    L’addestramento fisico ed operativo dove avveniva?
    La maggior parte era svolto all’interno della caserma, ad eccezione dei momenti operativi per l’addestramento al tiro con le armi che avveniva al poligono di tiro che distava una decina di chilometri dalla caserma e delle marcia di istruzione che potevano avvenire al di fuori della caserma ed anche all’interno delle vie cittadine .

Quali sono state le cose che più ricorda del periodo del car?
Certamente il periodo di trenta giorni senza poter uscire dalla caserma in libera uscita, la puntura nel petto che ti costringeva a viaggiare con le mani in posizione atte a sostenere il petto che si gonfiava come le mammelle delle donne.
Lo spirito di corpo nel giorno, in cui tornando dall’addestramento al poligono di tiro, il comandante dei granatieri offese la nostra compagnia, che era molto raffazzonata con militari di tutte le stature e con gli occhiali dicendo, che non era possibile che i granatieri marciassero al passo con noi, a quel punto punzecchiati nell’orgoglio, abbiamo messo la sesta come si dice e quando la compagnia dei granatieri arrivò in caserma noi avevano già fatta la doccia e stavano mangiando . Per ultimo il giorno del giuramento in cui aspettavamo tutti i nostri che potevano partecipare alla cerimonia, al termine della quale si poteva pranzare con i propri parenti, nei vari ristoranti di Orvieto che tra l’altro erano rinomati per la qualità e la prelibatezza dei piatti messi in tavola.
Al termine del car dove andavano le reclute?
Le destinazioni erano diverse, la maggior parte veniva avviata al reggimento a cui era destinato, mentre quelli destinati a specializzarsi venivano avviate alle scuole di specializzazione . Per esempio io sono stato mandato alla caserma di Bracciano, sede della scuola di artiglieria.
Cosa veniva insegnato nelle scuole di specializzazione?
Tutto quello che serviva perché l’allievo, una volta arrivato al reggimento, potesse svolgere la sua attività in modo autonomo. In particolare a noi che eravamo osservatori, ci insegnavano ad utilizzare tutti gli strumenti ottici ed i relativi calcoli occorrenti per individuare le coordinate degli obiettivi da comunicare alle batterie di obici per il successivo bombardamento.
Venivano illustrati e studiati le varie qualità di cannoni, obici e mezzi contraerei a cui dovevamo essere in grado di comunicare le loro coordinate e le coordinate dei loro obbiettivi e la relativa distanza in modo che gli specialisti al tiro potessero determinare la quantità di esplosivo e l’alzo di ogni batteria per raggiungere l’obbiettivo e centrarlo.

Il periodo di specializzazione quanto tempo durava e come si svolgeva?
Il periodo di scuola di specializzazione durava circa quattro mesi, si svolgeva per circa il 50% in aula mentre la restante parte era dedicate ad esercitazioni pratiche che si svolgevano parte all’interno della caserma ed in parte nella campagna romana dove esistevano zone in cui i vari reparti potevano applicare dal vivo le loro specifiche competenze.
Oltre alle attività specifiche della scuola si dovevano svolgere tutte quelle attività che vengono esercitate in tutte le famiglie ma che normalmente i giovani non le prendono in considerazione perché svolte dai genitori .
La vita di caserma era tutto scuola e istruzione?
Nella prima riunione di presentazione del corso di specializzazione, il Comandante della caserma, oltre a delineare gli argomenti su cui si sarebbe studiato aveva specificato che noi rappresentavamo la parte più importante dell’esercito (testualmente la creme). Dopo questa precisazione tutti pensavamo che ci fossero messi a disposizione degli attendenti per svolgere le mansioni meno dignitose per persone del nostro calibro. Puntualmente, dopo pochi giorni di ambientamento, ci divisero in gruppi ed a turno bisognava provvedere a governare oltre alle nostre camerate anche quelle degli allievi sottufficiali e ufficiali, comprese logicamente latrine e docce, inoltre al termine del pranzo di mezzogiorno e della cena, occorreva provvedere al lavaggio di tutto il pentolame della cucina e dei piatti e bicchieri per circa tremila soldati, non vi dico la goduria al termine del turno.
Ci sono stati anche momenti di divertimento?
Tutte le domeniche venivano organizzati autobus gratuiti con partenza alle sette del mattino, che portavano i soldati fino a Roma con ritorno in caserma partendo alle nove di sera dalla stazione termini. Questo ha permesso a quelli interessati di visitare e conoscere le bellezze della città eterna ed inoltre era possibile assistere alle partite interne di Roma e Lazio nel pomeriggio, il biglietto d’ingresso dei militari era ridottissimo . La prima domenica che ci siamo recati a Roma eravamo piuttosto spaesati e viaggiavamo a gruppi per paura di perderci e la cosa più divertente che ci capitò fu di salutare con grande enfasi l’addetto ad un grande albergo, che essendo vestito in modo molto simile all’alta uniforme, lo scambiammo per un generale.
Al termine della scuola di specializzazione dove venivano avviati i militari?
In effetti ogni soldato veniva avviato al proprio reggimento di appartenenza a cui era già stato assegnato al momento del termine del car.
Come avveniva il viaggio verso il reggimento di appartenenza?
Ad ogni allievo veniva dato il foglio di viaggio con individuato il percorso da seguire e normalmente venivano formati i gruppi con destinazione comune . Per il viaggio ognuno doveva portare tutto il suo corredo che doveva stare in un borsone di tela abbastanza pesante e dallo zainetto da portare a tracolla. A secondo della percorrenza veniva assegnato ad ognuno il tempo per presentarsi al reggimento, per esempio il mio gruppo che da Bracciano doveva arrivare a Cremona aveva a disposizione due giorni dal momento della partenza, tenendo presente che si dovevano utilizzare solo treni con fermata in tutte le stazioni detti in volgare accelerati. Arrivati sulla linea Roma - Milano ci sembrava un assurdo non utilizzare uno dei treni veloci che avevano fermate solo Firenze-Bologna- Piacenza e cosi siamo saliti senza farci notare dai controllori, fortunatamente il viaggio andò bene fino a quando il controllore prima di Bologna controllò i nostri biglietti e ci fece scendere alla stazione che erano le cinque del mattino . Dopo questa esperienza abbiamo proseguito il viaggio con le tradotte come le chiamavamo, anche perche usciti in città per mangiare siamo incappati nella ronda militare che ci fece un verbale che avrebbe spedito al nostro reggimento.
Arrivati al Reggimento quale fu l’impatto?
Posso dire di essere stato fortunato in quanto arrivato a Cremona fui assegnato al gruppo di artiglieria che aveva sede in Milano presso la Caserma Perucchetti, inoltre essendo la vigilia delle feste natalizie ci lasciarono andare a casa a passare il Natale .
Passate le feste non riuscii ad ambientarmi in quanto mi spedirono in un paesino vicino a Bergamo dove aveva sede il deposito ed il centro di manutenzione dei mezzi miltari a fare lo scrivano e vi rimasi fino alla fine di febbraio.
Ritornato al reparto, sono stato assegnato al gruppo che doveva predisporre i dati topografici relativi al posizionamento delle batterie e quello degli obiettivi e il rapporto con i compagni, in particolare con i cosiddetti nonni, è stato abbastanza buono ad eccezione di qualche gasato che però essendo abbastanza isolato è presto rientrato.
Come in qualsiasi società all’interno della caserma e del proprio reparto si formavano gruppi di commilitoni che condividevano la vita all’interno ed all’esterno della caserma, per esempio con i miei compagni cercavamo di utilizzare al massimo la possibilità dei biglietti omaggio che molti teatri milanesi offrivano al comando per gli spettacoli da loro prodotti.
Per molti di noi che avevano la residenza abbastanza vicino, esisteva la possibilità di avere permessi quando non si era di servizi per il sabato e la domenica, in qualche caso accordandosi con il sottufficiale di guardia si poteva partire anche il venerdì sera.
La vita di reparto come si svolgeva?
La preparazione del nostro gruppo di osservatori, consisteva all’inizio, in alcune esercitazioni all’interno della caserma ed alla manutenzione e revisione dei goniometri necessari per i rilevamenti delle coordinate . Successivamente, a giorni alternati, si sceglievano aree caratteristiche di rappresentazione del territorio, su cui si andavano ad ipotizzare delle posizioni di partenza e di arrivo rilevandone le posizioni partendo dai punti trigonometrici esistenti nella zona interessata, successivamente in caserma si procedeva ai calcoli necessari, tutto questo per essere pronti al campo primaverile ed al campo estivo.
Per le guardie la maggioranza di noi li svolgeva all’interno del fabbricato di competenza del nostro gruppo, in quanto la guardia alla porta essendo assieme ad altri veniva svolta una volta al mese e di solito si sceglievano i più alti e non era il mio caso.
In cosa consisteva il campo primaverile?
Si trattava di partecipare con il nostro reggimento assieme ad altri, ad una settimana di addestramento operativo che prevedeva in particolare manovre congiunte per raggiungere un obbiettivo prefissato . Il compito assegnato al nostro gruppo era quello di provvedere allo sgombero temporaneo delle popolazioni in prossimità del poligono di tiro e ci si spostava sugli automezzi ed a piedi e per dormire ci si doveva accontentare di qualche portico con paglia o fieno e dato il periodo non ancora caldo non era estremamente bello, ma comunque ci si divertiva lo stesso perché eravamo giovani.
Il campo estivo era molto pesante e quanto durava?
Come al solito io racconto la mia esperienza personale in cui il campo estivo è stato uno dei momenti in cui ci siamo più divertiti, parlo al plurale perché il nostro gruppo di osservatori era un molto affiatato sia tra noi soldati che con l’ufficiale in comando.
Il mio gruppo è partito per il campo circa alla metà di maggio ed è rientrato un paio di giorni prima del ferragosto . Il campo è stato allestito all’interno di un bosco a circa mille metri di altitudine ed a circa sei chilometri dal comune di Bardi in provincia di Parma, le tende del gruppo erano state posizionate nel bosco in modo che fossero il meno visibile dall’alto , al sottoscritto era stata data una tenda in dotazione per i servizi in quanto doveva contenere gli strumenti per il le operazioni di rilievo ed un tavolo per l’elaborazione dei dati e ci dormivamo dentro in quattro, mentre normalmente era in dotazione la tenda triangolare a due posti . Il giaciglio consisteva in un telo a sacco che si riempiva di paglia e appoggiava sulla terra.
Il pranzo veniva confezionato con la cucina a campo che funzionava a legna e come stoviglie si utilizzava la gavetta in metallo.
Come si svolgeva la vita al campo e se c’era spazio per divertirsi?
Siccome il nostro compito consisteva nel determinare le posizioni delle batterie e quello degli obbiettivi da colpire, il periodo che permetteva rilevamenti più precisi era al mattino, quindi al mattino a secondo la distanza in cui si doveva operare la partenza era dalle tre alle quattro portandosi appresso colazione e pranzo (le famose razioni K ) . Il lavoro normalmente si protraeva fino alle quattordici circa, compreso il tempo per mettere in ordine i dati raccolti . La cosa che normalmente ci metteva più in crisi era il mangiare, in quanto, difficilmente le razioni che ci venivano consegnate alla sera precedente, arrivavano a mezzogiorno ma venivano mangiate molto prima . La gioventù era nostra, il consumo di energia pure, anche perché, si dovevano fare molti tratti a piedi per trovare i punti trigonometrici che normalmente erano sulle cime delle montagne o sui campanili dei paesi. Arrivati al termine delle operazioni di rilievo, il problema più impellente era soddisfare le esigenze dello stomaco, fortunatamente le persone della zona erano con noi ospitali e cortese e quasi tutte le volte trovavamo qualche signora che ci offriva pane e companatico per soddisfare l’esigenza ( le persone in oggetto venivano sempre ricompensate). Normalmente, il giorno seguenti alle operazioni di rilievo, ci si fermava al campo per elaborare i dati raccolti ed il giorno successivo si riprendevano i rilievi . Per quanto attiene il divertimento, essendo il campo abbastanza vicino al paese di Bardi, che a quei tempi ospitava molti villeggianti, quasi tutte le sere si ballava o con l’orchestra o con i dischi, questo dava la possibilità di familiarizzare e conoscere ragazze e ragazzi con cui discutere, ballare e divertirsi . Esistevano due problemi che purtroppo ci assillavano, la distanza da percorrere a piedi ed il fatto di dover partire al mattino molto presto, purtroppo capitava spesso che arrivati al campo si doveva immediatamente partire, eravamo giovani e non sentivamo la stanchezza.
Qualche volta, specialmente quando arrivava un contributo dalla famiglia, alla sera in compagnia degli ufficiali si andava a mangiare nelle trattorie del luogo e purtroppo la maggior parte delle volte bisognava accollarsi l’onore di sorreggere un compagno o un ufficiale fino al campo . Il viaggio di ritorno a Milano ha richiesto una fermata serale in un paese prima di Piacenza, sosta che ci ha permesso di trascorrere una belle serata in compagnia di ragazzi e ragazze che in un paese vicino essendo il giorno della sagra, stavano festeggiando alcuni giovani appena tornati dal servizio militare.
Come sono stati gli ultimi mesi prima del congedo?
Per il sottoscritto sono stati sereni e tranquilli, anche se purtroppo, essendomi ormai abituato alla vita milanese, sono stato trasferito ad un altro gruppo di stanza vicino a Milano e solo tre giorni prima mi è stato concesso di ritornare a Milano dove si stato accolto dai miei amici con cui abbiamo festeggiato la fine della leva . La cosa che ricorderò sempre è stato il momento dell’uscita dalla caserma accompagnati dall’ufficiale nostro comandante con la guardia schierata e con il presentatarm al momento del nostro passaggio, era anche la vigilia di Natale.
Ritiene che cancellazione della leva sia stata una cosa giusta?
Preso atto che attualmente l’esercito abbia la necessità di specializzazioni per cui occorrono tempi più lunghi di permanenza e scelte di vita specifiche di tutti quelli che vogliono dedicarsi alla vita militare . Io personalmente ritengo sia stato un errore il togliere il servizio di leva per diverse motivazioni:
Possibilità per i giovani di imparare ad essere disciplinati, convivere e rispettarsi con persone di varia estrazione e cultura, imparare ad autogestirsi ed assumere responsabilità, accettare di eseguire ordini anche si ritiene non siano giusti, imparare cosa significa spirito di corpo e competizione leale.
Possibilità di conoscere la pericolosità delle armi, e sapere che non devono servire per imporre la propria volontà, ma per difendere gli interessi di tutti i cittadini.
Possibilità per la protezione civile di avere a disposizione immediatamente una forza operativa fornita di tutti i mezzi operativi necessari per affrontare tutti gli eventi calamitosi, dalle alluvioni, terremoti, frane, ecc.

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