L’amore piove giù dal cielo?
Quali frecce scocca Cupido tra i banchi
Esiste solo un’unica mattina all’anno in cui tutti i ragazzi, uscendo da casa assonati e impigriti per affrontare l’ennesima grigia giornata di scuola, dovrebbero avere nel cuore la piccola ma concreta speranza di vivere una giornata unica ed entusiasmante, diversa dalle altre 364 rimanenti.
E’ il giorno in cui le ragazze, passeggiando per le vie dei negozi, dovrebbero sperare di udire il leggero ma deciso zoccolio del cavallo bianco su cui arriverà il loro cavaliere; la stessa giornata nella quale i ragazzi, camminando con gli occhi alzati al cielo, dovrebbero tentare di inciampare nella scarpetta di cristallo perduta dalla loro dolce amata. Quel giorno, quell’unico giorno, si chiama San Valentino.
E’ l’esaltazione dell’amore per eccellenza, non un amore qualsiasi, bensì quello dei veri e perenni innamorati, quello che fa aumentare i battiti cardiaci e arrossire le guance, quello delle notti insonni e delle giornate senza fine, quello dei sorrisi improvvisi e degli occhi luccicanti, quello che da secoli e secoli viene celebrato in centinaia di libri, film e dipinti… in pratica, quello che riesce a donare una ragione di vita.
Teoricamente questa tradizione dovrebbe affascinare e incantare qualsiasi adolescente che cerca il brivido per cui sentirsi vivo.
La realtà invece è che una buona parte dei ragazzi è allergica al significato emotivo del binomio tra il pronome riflessivo “ti” e il verbo “amo”, concludendo così con una spietata e convinta indifferenza, se non addirittura irriverenza, nei confronti di questa simpatica e innocente festicciola e di chi la celebra. Sono ragazzi che ormai hanno perduto la speranza, la curiosità e l’iniziativa, perché convinti di essere troppo vecchi, saggi e vissuti per credere, anzi illudersi, che l’amore vero ed eterno esista, troppo maturi e concreti per lasciarsi andare in qualche buffa e sdolcinata dimostrazione d’affetto impulsiva. Insomma, troppo noiosi, rigidi, costruiti e finti per vivere con leggerezza e spontaneità la loro età.
Fortunatamente questo pessimismo cronico non colpisce tutti gli adolescenti, e così si vedono ancora mazzi di rose lasciati anonimamente sui banchi di scuola, scritte davanti ai portoni di casa, decine di pupazzetti e scatole di cioccolati scambiati nelle piazze e davanti ai bar.
La verità è che noi teenager vogliamo tutto e subito. Convinti perciò che questo stile di vita sia applicabile anche nel creare, gestire e mantenere i rapporti umani, pretendiamo di incontrare realmente in mezzo alla strada un bellissimo cavallo bianco o una scintillante scarpetta di cristallo, rimanendoci male se questo non accade durante il 14 febbraio di ogni anno. Non realizziamo, o non vogliamo accettare, che non viviamo nel mondo Disney e che perciò i futuri “per sempre felici e contenti” potranno esistere solo se costruiti giorno dopo giorno. L’amore eterno non si può improvvisare, ma si crea. Finché attendiamo che un colpo di fulmine, una cotta o semplicemente un’attrazione fisica si converta da sola nel vero e saldo amore, che desideriamo ci accompagni tutta la vita o almeno per una parte di essa, così dall’oggi al domani, rimarremo sempre delusi, tristi e soli, e per questo motivo ci saranno sempre più ragazzi cinici e indifferenti alla festa di San Valentino.
Se si vuole capire il significato più profondo di questa tradizione, che, come già detto, celebra una ragione di vita, basta volgere lo sguardo alle famiglie, ai genitori, che, nonostante mille problemi e incomprensioni, riescono non solo a trasmettersi sicurezza l’un l’altro, ma anche ad estenderla ai loro figli, creando stabilità e sostegno. E’ quello il vero amore a cui si può aspirare, non sono i castelli maestosi, le fate turchine o i gran balli di gala. Anche loro avranno incominciato con qualche saluto timido nei corridori e con le uscite al cinema di sabato sera. In realtà quello non è amore, ma infatuazione: tutto è bello perché nuovo e sconosciuto. L’amore è la costanza, la forza di volontà che vince l’egoismo e la pigrizia.
Nessuno nega che esistono le tragiche delusioni d’amore, motivo principale per cui i ragazzi non si lasciano troppo andare (in realtà siamo dei gran fifoni!), ma non si può neanche negare la sorprendente capacità che ha l’amore di far sentire le persone dei “super eroi”, come se al mondo esistessero solo loro, gli innamorati, in quel momento, e che tutto il resto, a parte la persona amata, sia solo un brusio di sottofondo. Se le coppie si lasciano e le famiglie si sciolgono, non è colpa dell’amore che non ha “funzionato bene”, non esistono amori “made in China” che possono essere difettosi, esistono solo persone diverse con i loro limiti e le loro capacità di gestire le proprie emozioni e azioni, nel tentativo di interpretare al meglio quelle degli altre per non deluderle.
Non sottovalutiamo queste doti. Spesso capita che noi adolescenti, durante le giornate no, guardiamo il nostro riflesso allo specchio con aria interrogativa e perplessa, quasi non ci riconosciamo, cambiamo di giorno in giorno, siamo sempre indietro nel prendere appunti su come gestirci e capirci. Figuriamoci quanto possiamo essere bravi e capire qualcun altro in cambiamento come noi stessi se non ci intendiamo già da soli! Non deve essere però questo un motivo per rinunciare già in partenza, perché, come in tutte le cose, si impara con l’esperienza. È un po’ come dice il famoso detto “una volta che impari a pedalare, non smetti più”: con l’amore funziona proprio nell’identico modo.
Se si potesse, se ci sentisse, sarebbe davvero utile consigliare a Cupido di allegare alle sue frecce qualche “istruzione per l’uso” per evitare brutte sorprese.
Ecco come viviamo noi adolescenti il San Valentino: stiamo lì, calmi, immobili, ma in realtà frementi, sperando che almeno questa volta la freccia scocchi realmente e che tutto vada bene. Chissà quanti di noi sono consapevoli che “il vissero per sempre felici e contenti” dobbiamo meritarcelo e conquistarcelo usando mente e cuore ogni giorno?
Come dice Tiziano Ferro nella canzone “L’ultima notte al mondo”: “Amare non è un privilegio è solo abilità: è ridere di ogni problema, mentre chi odia trema.”
Maria Elena Barbieri
Classe IV B ITAS “C. Gallini”- Voghera
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