Da www.focolare.org del 31 gennaio 2013
Ragazzi in dialogo
Un progetto degli adolescenti del Movimento dei Focolari di Trento, regia di Mario Ponta, per comunicare agli adulti cosa pensano i ragazzi di oggi e come rimanere in dialogo con loro.
Cosa ne sapete della vita di un ragazzo di sedici anni? Dei suoi dubbi, delle sue conquiste, della sua fede? È a queste domande che si intende rispondere con il documentario Cosa ne sapete?, un progetto realizzato da alcuni Ragazzi di Trento appartenenti alla parte giovanile del Movimento dei Focolari, i Gen3 appunto, regia Mario Ponta. La questione è cruciale. Un adulto di oggi è letteralmente un alieno nel mondo degli adolescenti, i quali vivono in un mondo reale, caratterizzato da un contesto e da problematiche radicalmente differenti da quelle dei loro genitori.
Come rimanere, dunque, in dialogo e in contatto? Ce lo spiega questo gruppo di giovani, che si apre e si racconta e che, soprattutto, dimostra come i ragazzi, oggi, siano tutt’altro che sprovvisti di pensiero ed elaborazione critica. Si parte, quindi, da loro, gli adolescenti del secondo decennio del XXI secolo, in confronto reciproco sulle tematiche più centrali della loro vita: il rapporto con i genitori e gli adulti, la sfera affettiva, la scuola, il gruppo, la fede. Si giunge a destinazione in un dialogo aperto con adulti, animatori e genitori in cui i ragazzi si spiegano e si raccontano, ma soprattutto indicano ai grandi quali sono gli strumenti più corretti per essere capiti.
I ragazzi che hanno realizzato questo video hanno prodotto un’opera vietata ai minori di 18 anni. Semplicemente perché chi non è ancora arrivato a quell’età oggi, sa già perfettamente tutto. Sono gli adulti invece i veri destinatari di questo progetto, sono gli adulti che hanno un disperato bisogno di essere dotati degli strumenti di comprensione per capire una generazione che è al contempo fragilissima ma anche superiore di molto ai propri genitori.
Cosa ne sapete? è un titolo azzeccatissimo. Allo stesso tempo esprime differenti posizioni. Suona un po’ come un rimprovero alla generazione dei genitori, nata nell’esplosione sociale, culturale ed economica degli anni sessanta, ma che probabilmente, vedendo l’attuale crisi economica e valoriale, non è riuscita del tutto nel saggio compito “lascia ai figli più di quanto hai ricevuto dai padri”. Allo stesso tempo, però, è sicuramente un titolo accogliente, che veicola il desiderio di aiuto che i giovani chiedono e vogliono dare agli adulti. È un titolo che si preoccupa, è un titolo che vede dei figli che crescono e che si vogliono affiancare ai loro genitori volendosi bene.
A cura del Centro Gen3
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