da www.avvenire.it del 25 settembre 2012
SCUOLA
La scuola deve cambiare e aggiornarsi, contribuendo alla crescita del Paese. A cominciare, un po’ a sorpresa, dai programmi di religione e geografia. Ne è convinto il ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, secondo cui il segno di un cambio di passo è dato dal concorso per i docenti, il cui bando è oggi sulla Gazzetta ufficiale. Nel giorno dell’inaugurazione ufficiale dell’anno scolastico al Quirinale, il ministro ha espresso l’esigenza di “cambiare il modo di fare scuola” con “una revisione dei programmi” a partire dall’insegnamento della religione ma anche della geografia.
“Nelle scuole ci sono studenti che provengono da Paesi, culture, religioni diverse” - ha dichiarato - la scuola è più aperta, multietnica, capace di correlarsi al mondo di oggi”. Anche il concorso per gli insegnanti è orientato a preparare la “scuola del futuro”: per questo dopo la prova sulla capacità logiche e deduttive, i candidati dovranno provare la conoscenza dell’inglese e dell’ informatica. Infine, dimostrare con una prova pratica “la capacità di stare con i ragazzi”. Il concorso - ha sottolineato Profumo - rappresenta “una grande opportunità“: in un momento “così difficile per il paese” il ministero ha avviato un processo di assunzioni che darà lavoro a 54mila persone. I precari non possono non tener conto - secondo il ministro - che vi è una legge finora inapplicata ma che va rispettata: solo così si attua la normalizzazione del paese”.
Le reazioni alle parole del ministro non si sono fatte attendere: associazioni di studenti ed esponenti politici di opposizione non hanno perso l’occasione per attaccare tout-court l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole.
Sull’argomenti è intervenuto il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio per la cultura: “sì” alla proposta del ministro del ministro Francesco Profumo sull’ora di religione, ma con la certezza che essa deve restare cristiana come stabilito dagli accordi concordatari. “È importante - spiega - il rinnovamento della didattica nel metodo: il messaggio evangelico e i grandi insegnamenti cristiani vanno sempre insegnati, ma c’è spazio anche per un aggancio con il mutare della società e lo sviluppo dei tempi e della cultura”. In questo senso - ha precisato Ravasi - ciò che ha detto il ministro Profumo può essere declinato”.
“Nei programmi attuali “certamente - ha spiegato Ravasi - ci sono contenuti fondanti. Non penso solo alla religione, ma anche alla scienza. Non si può, ad esempio, prescindere dalle grandi leggi della fisica, ma ci sono anche interpellanze nuove, come la bioetica. Oppure penso alla comunicazione, che oggi non funziona più con la carta e il pennino come nella mia infanzia. Lo stesso discorso - è il ragionamento di Ravasi - vale per la religione”.
Anche il Moige, movimento di genitori, “apprezza le dichiarazioni del ministro dell’Istruzione Profumo sulla necessità di rivedere i programmi scolastici: la scuola come luogo privilegiato della crescita dei nostri ragazzi deve essere al passo con i tempi e con questa società in continua trasformazione”. “Occorre rivedere completamente alcuni insegnamenti, come la geografia, che dovrebbe essere approcciata con nuovi strumenti, o la religione, diventata ormai la ‘cenerentola’ dell’orario scolastico. L’ora di religione, così come è prevista e organizzata attualmente, finisce per svilire il senso stesso della materia che non è più trasmissione del senso religioso”, conclude Maria Rita Munizzi.
Sull’argomento è intervenuto anche il sito www.culturacattolica.it, per ricordare le parole del card. Martini a proposito dell’importanza dell’insegnamento della religione cattolica nelle scuole: esso «svolge un servizio alla scuola e alle sue finalità. Abbiamo visto che una finalità della scuola è quella di porre il problema del rapporto dei dati scientifici e storici con il significato che essi hanno per la coscienza e la libertà. Orbene la coscienza e la libertà chiamano in causa i beni ultimi, universali, fondamentali dell’esistenza. Quello che, poi, la coscienza e la libertà decideranno circa questi beni, è un compito delle singole persone. Ma è compito della scuola porre correttamente il problema. L’insegnamento della religione, che riguarda appunto le questioni decisive, i fini ultimi della vita, aiuta la scuola a svolgere questo compito. L’aiuta entrando in dialogo con le altre materie di insegnamento, ma conservando una propria specificità, che non può essere confusa con gli scopi delle altre materie. [...] Presentando il cattolicesimo nella scuola, la Chiesa aiuta gli alunni italiani a capire la cultura in cui vivono, perché, come dice anche il Concordato “i principi del cattolicesimo fanno parte del patrimonio storico del popolo italiano” (art. 9, par. 2)».
“L’ora di religione CATTOLICA - conclude www.culturacattolica.it - è un servizio che vale per gli alunni che vogliano essere consapevoli della propria storia ed identità. E, nel caso di stranieri, anche se (o proprio se) di altra religione, l’occasione per integrarsi nell’ambiente e nella cultura in cui sono chiamati a vivere, anche da protagonisti!
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