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set 04

20120904-azienda-casteggioda www.vivopavianotizie.net del 4 settembre 2012

di Alessio Alfretti

Casteggio, 4 settembre 2012 - Derubata a Londra, manda una mail a tutti suoi contatti per ricevere del denaro in prestito. Ma il vero furto è un altro. Si tratta infatti dell’ultima frontiera delle truffe online: si sottraggono i dati d’accesso della mail di una azienda e a nome di un responsabile si manda una richiesta di denaro a tutti gli indirizzi, con la scusa di un furto subito all’estero, accompagnata dai dati per l’accredito.

La disavventura è accaduta di recente a un’azienda vinicola di Casteggio. Il fatto si è verificato nella notte tra mercoledì 29 agosto e giovedì 30, quando centinaia di messaggi di posta elettronica sono partiti all’indirizzo della mailing list aziendale.

“Mi auguro di poterci trovare questa volta -si legge nel testo della finta mail-, Io ho fatto un viaggio a Londra,UK e mi hanno rubato la mia borsa con il passaporto e gli affetti personali. L’ambasciata mi ha solo rilasciato un passaporto temporaneo ma Io devo pagare il biglietto e saldare le fatture alberghiere. Io ho fatto contattare la noia banca ma mi ci vorrebbero 5 giorni lavorativi per accedere ai fondi nel conto da Londra. Western Union transfer è la migliore opzione per inviarmi denaro. Fammi sapere se hai bisogno dei miei dati (nome completo/località) per fare il trasferimento. Puoi raggiungermi via email o telefono Hotel             +447024030611      . Fammi sapere se puoi essere d’aiuto. Attendo una tua risposta…”. Se si legge attentamente, ci sono alcuni elementi sospetti, come parole sbagliate, ad esempio “affetti personali” anziché “effetti”. Evidentemente il testo è tradotto dall’inglese con un programma automatico e qualche imprecisione scappa.

Un dettaglio che ha insospettito molti, assieme al fatto che comunque una richiesta del genere via mail un po’ strana lo è. Tanto che alla mattina di giovedì la titolare è stata contattata, via mail e telefonicamente, dai più stretti conoscenti che si sono meravigliati della sua insolita richiesta e hanno deciso di verificare direttamente cosa stesse accadendo.

«Mi hanno avvertita subito, per fortuna» racconta la titolare dell’azienda casteggiana, a nome della quale le mail sono state mandate. «Sono andata immediatamente dai carabinieri di Casteggio e poi ho contattato la polizia postale. Mi sono davvero allarmata, perchè ho realizzato che l’intero database di indirizzi mail dell’azienda era stato sottratto. E che questi astuti truffatori telematici avevano mandato la loro mail praticamente a tutti. Hanno firmato a mio nome, facendomi dire che ero a Londra ed ero stata derubata dei bagagli: per questo avevo bisogno di denaro per poter tornare in Italia. Ciò che più mi ha dato fastidio è che hanno usato il mio nome e cognome per firmarsi».

Una truffa che sembra durare da tempo: mail simili imperversano soprattutto in Italia e nel Regno Unito da mesi. «Gli investigatori mi hanno spiegato che si tratta di un metodo conosciuto, solo che al momento non si è ancora riusciti a capire da dove partono i pirati informatici. Si tratta di gente molto esperta: sono in grado di rubare i dati di accesso alla posta elettronica, malgrado nel nostro caso si abbia ben due antivirus. Colpiscono di preferenza mail aziendali, con tanti contatti. Poi tentano il furto e non lasciano tracce». Sembra infatti che l’origine della truffa sia in Nigeria, ma è probabile che le mail vengano “fatte rimbalzare” in più server in diverse parti del mondo. Di fatto questa abilissima banda ancora non è stata fermata.

Nel caso di Casteggio sembra che nessuno sia cascato nel tranello. Anzi, un amico avvocato della donna ha finto di credere alla richiesta, rispondendo alla e-mail, per vedere sino a dove i malintenzionati si sarebbero spinti. Ma in realtà è servito a poco: queste persone mirano a ricevere l’accredito in denaro e poi interrompono i contatti. Intanto la titolare dell’azienda è corsa ai ripari. «Oltre alla denuncia alla Procura della Repubblica e i contatti con la Polizia Postale, ho provveduto ad avvertire tutti i destinatari che si trattava di una truffa. Certo, oltre al disagio, temo anche il danno di immagine: anche se è chiaro che non dipende da me, mi spiace che i nostri clienti abbiano ricevuto questa sgradevole mail».

Passata la paura iniziale, adesso la donna trova anche qualche parola di spirito: «Ora quando incontro qualche conoscente che mi dice scherzando ‘Ma sei andata a Londra senza nemmeno avvertirmi?’ ci rido sopra. Ma subito ci sono stati momenti drammatici, quando sembrava che la situazione fosse completamente fuori controllo. Certo che se queste persone impiegassero tanta abilità e abnegazione per scopi utili e non per danneggiare il prossimo, forse potrebbero fare qualcosa di buono».

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