LO STATO BISCAZZIERE VANGELO DI DOMENICA 8 luglio 2012
lug 04

20120704-tavolomontisindacatida www.avvenire.it del 4 luglio 2012

Ecco la «non manovra» che taglia tutto

Una giornata-thriller, con nervi a fiori di pelle dentro e fuori l’esecutivo. E con tanto di giallo finale: una bozza di decreto anticipato da un’agenzia di stampa, zeppa di tagli lineari a sanità, educazione, missioni di pace e quant’altro fa suonare l’allarme rosso a Palazzo Chigi. «È un testo vecchio di otto giorni, al 90 per cento sono falsità, qui c’è malafede da parte di qualcuno, cercano la polveriera sociale», attaccano con toni inusualmente alti dallo staff di Mario Monti. Il titolare della Salute Renato Balduzzi si indigna, quello dell’Istruzione Francesco Profumo a stento trattiene l’irritazione. E i due ottengono una nota ufficiale di smentita del governo, che arriva in serata: «Sono contenuti privi di fondamento - dice il comunicato di Palazzo Chigi -. Il provvedimento è ancora in stesura in virtù degli incontri con le parti sociali e gli enti locali e alla luce del confronto con i ministeri interessati». È comunque l’indice di ore agitate, soprattutto all’interno della squadra del professore: di certo le misure della “bozza fantasma”, per quanto smentite, sono oggetto di discussione. E sino a venerdì, giorno in cui è fissata la decisiva riunione di governo, le trattative saranno vorticose e non prive di scontri.

Le rassicurazioni di Monti. La giornata era iniziata all’insegna della parole rassicuranti pronunciate dal premier prima davanti a regioni ed enti locali, poi davanti a sindacati e imprese (incontro, quest’ultimo, spostato dalle 9 alle 13): «Non serve una manovra aggiuntiva, e non ci saranno tagli lineari. Interverremo in modo selettivo e strutturale, senza accetta. Eliminiamo gli sprechi, non i servizi». Uno solo, però, è il riferimento preciso portato dal premier ai due tavoli: «Per annullare l’aumento dell’Iva servono ben più di 4,2 miliardi», perché nel frattempo sono intervenute le nuove esigenze degli esodati (con i soldi ricavati ne saranno salvati altri 55mila oltre ai primi 65mila tutelati dal decreto-Fornero) e quelle della aree terremotate.

Il percorso. Lo schema delle due riunioni è standard: introduce Monti, poi prende la parola il commissario Enrico Bondi: «Si può fare di meno spendendo di meno», è la sua esortazione. Dunque tocca al contestato viceministro dell’Economia Vittorio Grilli, chiude il titolare della Funzione pubblica Filippo Patroni Griffi. Poche le cifre, poche le domande, la cosa più chiara è l’agenda del governo: considerando che la prima fase si è aperta qualche settimana fa con l’intervento sul personale di Palazzo Chigi e Tesoro, la seconda si concretizzerà invece venerdì con il decreto che ha il suo cuore nel pubblico impiego, nelle voci di spesa più grosse del comparto pubblico (Sanità in primis) e nelle misure individuate da Bondi. Il “supercommissario” ha preso in esame una spesa per beni e servizi pari a 60 miliardi, e ha varato da un lato la centralizzazione degli acquisti pubblici tramite la piattaforma Consip, dall’altro l’ancoraggio di tutti gli approvvigionamenti - dai dicasteri ai comuni - ai “prezzi medi di riferimento” individuati per 54 tipologie merceologiche. Secondo le stime di Bondi le amministrazioni potrebbero registrare risparmi tra il 25 e il 60 per cento. Il testo in esame venerdì potrebbe valere almeno 8-9 miliardi per il solo 2012. Poi, tra qualche settimana, ci sarà la terza fase con il provvedimento-Giarda contenente la riorganizzazione della macchina statale, in cui andrà a cadere sicuramente la riduzione delle province (ne dovrebbero restare 40-45) e, forse, quella dei tribunali, delle prefetture e degli organi periferici dello Stato.

La Sanità nel mirino. La bozza del mistero cancella però ogni rassicurazione. In particolare sulla Salute. Primo, si ipotizza (ed è confermato) un taglio netto del fondo sanitario nazionale di cinque miliardi in tre anni (uno nel 2012 e due nel 2013 e nel 2014, coperti per circa la metà dalla mini-scure su farmacie convenzionate e produttori di medicinali, oltre che dagli interventi di Bondi per ridurre la spesa per acquisti). Secondo, si annuncia una riduzione di 30mila posti letto con la chiusura in tre mesi degli ospedale con meno di 120 letti. Ma Balduzzi insorge, propone di abbassare la quota di posti ogni mille abitanti da 4,2 a 3,7, e di subordinare la chiusura degli edifici più piccoli (con meno di 80 malati ospitabili) alla presenza di altri servizi permanenti sul territorio. I governatori fanno fuoco e fiamme su tutta la linea fin quando il ministro propone loro un incontro, stamattina, per «andare insieme nel dettaglio della revisione di spesa». Un altro tavolo con le Regioni sarà presieduto dal responsabile dello Sviluppo Corrado Passera per quanto riguarda il trasporto pubblico locale.

Scuole non statali e università, numeri choc. L’altra (presunta) stangata è sull’educazione. La bozza parla di 200 milioni dati alle scuole non statali. Se si trattasse della dotazione per il 2013, si tratterebbe di un taglio del 60 per cento circa rispetto al 2012. Tradotto: chiusura immediata di tutti gli istituti. E se invece, nella migliore delle ipotesi, fosse un rinfoltimento rispetto ai tagli pluriennali già varati, mancherebbero all’appello 50 milioni. Il ministero di Profumo non commenta, ma nemmeno nasconde il fastidio per la fuoriuscita della bozza e per le mire del Tesoro sull’istruzione. E lo stesso fastidio si avverte anche rispetto all’altra misura di cui si parla: una sforbiciata di 200 milioni al fondo per il finanziamento ordinario delle università.

Missioni militari, tv locali, Palazzo Chigi, uranio. Ancora la bozza prevede una riduzione di 8,9 milioni del fondo per le missioni di pace già a partire da quest’anno. Circa 30 milioni verrebbero invece sottratti a radio e tv locali, altro settore ormai in sofferenza cronica. In compenso, la Presidenza del Consiglio si sottoporrebbe ad una nuova dieta dimagrante da 15 milioni di euro entro il 2013. Il cosiddetto fondo-Letta per le emergenze, invece, subirebbe un ridimensionamento di 39 milioni nel 2012 e un rifinanziamento da 700 milioni l’anno prossimo. Risulterebbe infine dimezzato di dieci milioni il fondo per le vittime dell’uranio impoverito.

Il «si» della Camera. In attesa del decreto ufficiale, il governo ha intanto incassato ieri il «si» di Montencitorio al testo governativo che istituiva la procedura della spending review e nominava Bondi commissario. Ora dovrà tornare al Senato per la terza lettura.

Marco Iasevoli

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