Benedetto XVI, l’abbraccio del suo popolo PAROLA DI VITA - giugno 2012
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da www.vivopavianotizie.net

20120605-fragole-rivanazzano1Rivanazzano Terme, 4 giugno 2012 - Finalmente un’idea nuova in Oltrepò che potrebbe far cambiare faccia all’agricoltura. E ridarle vitalità. A Rivanazzano Terme è nato il primo impianto di coltura fuori suolo della provincia di Pavia. Una tecnica moderna, che consiste nel far crescere le piantine non nel terreno, ma sospese in una struttura che alimenta le radici. Alla società agricola “Malbosca” di Rivanazzano Terme coltivano fragole, ma la tecnica è applicata anche all’insalata e ad altri ortaggi.

Si tratta di un modo di coltivare nuovo, già diffuso da qualche anno all’estero, e che in Italia inizia lentamente a diffondersi. Nella nostra provincia l’impianto di Rivanazzano Terme costituisce di sicuro una “primizia” e quasi certamente anche a livello regionale è una rarità. In pratica le piantine vengono messe a dimora su di una struttura che permette alle radici di andare a contatto con la soluzione nutritiva.

Già ampiamente sperimentata nel Nord Europa, dove le condizioni climatiche e pedologiche sono più sfavorevoli alle colture tradizionali, la coltura fuori suolo rappresenta una reale possibilità di miglioramento qualitativo ed economico della produzione. Essa consente di ottenere coltivazioni fuori stagione solitamente più remunerate sui mercati, variando in modo appropriato i tempi della messa a dimora delle piantine.

I vantaggi sono quindi molteplici: da una parte permette di coltivare anche in zone non favorevoli, dall’altra di avere produzioni fuori stagione. Inoltre il controllo preciso dei nutrienti consente di alimentare al meglio le piantine e di avere raccolti rigogliosi. Ma l’ambiente chiuso permette anche di combattere al meglio le malattie e, come nel caso di Rivanazzano, di utilizzare con successo la lotta integrata, che ricorre solo a rimedi naturali per cacciare i parassiti.

Una bella opportunità per l’Oltrepò Pavese che oggi vive una crisi dell’agricoltura sempre più profonda, specie in collina. L’alternarsi di foraggi e cereali nei campi oltrepadani risente dei problemi del settore e della diminuzione degli allevamenti. Ora più che mai sarebbe il momento di uscire dalla strada tracciata e percorrere nuovi sentieri.

Alla “Malbosca” di Rivanazzano ci hanno provato e con successo. Alla contitolare Paola chiediamo come sono arrivati a questa idea. «Io e mio fratello ci eravamo interessati alla coltivazione delle fragole per l’azienda di famiglia. Parlando con un agricoltore di Volpedo che coltiva le fragole in campo abbiamo saputo che c’era questa nuova tecnica. Ci siamo incuriositi e abbiamo iniziato a raccogliere elementi» spiega Paola. «Mio fratello è poi andato in Olanda, dove la coltivazione fuori suolo è molto più avanti. E ci è tornato per prendere molto materiale quando poi abbiamo deciso di imbarcarci in questa impresa. Qui in Italia si trova davvero poco, siamo ancora agli albori».

Presa la decisione per Paola e il fratello è iniziata una nuova avventura, che oggi comincia a dare i suoi (buoni) frutti: «La coltivazione funziona benissimo e le fragole sono ottime, Abbiamo iniziato da poco a venderle, con grande successo. Fra l’altro alla recente festa dell’Infiorata di Rivanazzano gli organizzatori che dovevano scegliere il più bel giardino, hanno premiato la nostra coltivazione: il contrasto fra le fragole rosse, le rigogliose piantine verdi e il telo al suolo bianco, crea un colpo d’occhio molto bello. Ora cercheremo di valorizzare la produzione e decideremo anche se protrarla all’inverno: se avremo un sufficiente ritorno economico potremo pensare di estenderla ai mesi più freddi, sostenendo la spesa maggiore di riscaldamento»

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