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9 marzo 2011
L’INVITO DELLA CEI
«Domenica l’Italia preghi per tensioni in Africa e Asia»
Oggi la presidenza della Conferenza episcopale italiana, condividendo l’apprensione del Santo Padre Benedetto XVI per le «tensioni che, in questi giorni, si registrano in diversi paesi dell’Africa e dell’Asia», invita per il 13 marzo, I domenica di Quaresima, «tutte le comunità parrocchiali, le comunità religiose, le associazioni, i gruppi e i movimenti ecclesiali ad un particolare ricordo nella preghiera».
«Si implori per le vittime della violenza la misericordia di Dio – esorta la presidenza Cei in una nota - e per tutti la riconciliazione, la giustizia e la pace».
Mappa delle tensioni
Tunisia
Dopo la fuga il 14 gennaio del presidente Ben Ali inizia un’incerta fase transitoria. Il 27 febbraio l’ex presidente della Camera Fouad Mebazaa, che aveva assunto la presidenza provvisoria, si dimette. Nel Paese regna ancora un clima di grande incertezza.
Egitto
A causa delle sommosse popolari, il 18 febbraio si dimette il presidente Hosni Mubarak. Un nuovo primo ministro viene scelto dal Consiglio supremo delle forze armate per traghettare l’Egitto al referendum costituzionale e alle elezioni presidenziali e legislative. Gravi episodi di violenza con numerose vittime coinvolgono la comunità copta.
Algeria
Dopo la Tunisia e l’Egitto, la protesta scoppia in Algeria. Nel mirino il presidente Abdelaziz Bouteflika, che per placare gli animi pone fine allo stato di emergenza nel Paese in vigore da 19 anni. Continuano però le manifestazioni per rivendicare diritti civili e l’aumento dei salari.
Libia
Nel Paese è in corso un confronto violento tra il leader storico Gheddafi e gli oppositori, insorti con l’obiettivo di scalzarlo dal potere per ottenere libertà e migliori condizioni di vita. La situazione è incertissima. Tra i più colpiti, i tanti immigrati asiatici presenti, che premono alle frontiere per tornare nei Paesi d’origine.
Yemen
Le manifestazioni contro il regime yemenita, sviluppatesi a partire dal 18 gennaio, si sono rapidamente allargate a tutto il Paese, uno dei più poveri del mondo arabo. I disordini più violenti si sono concentrati nella capitale Sanaa, a Ta’izz e ad Aden, dove radicata è l’opposizione secessionista che da anni chiede la ricostituzione dello Yemen del Sud.
Oman
A fine febbraio anche uno Stato apparentemente immobile come l’Oman conosce d’improvviso movimenti “tellurici”. Con manifestazioni contro il sultano Qaboos, al potere dal 1970, che però non arrivano a destabilizzare il quadro politico.
Bahrein
In un Paese decisamente più ricco degli altri entrati in fibrillazione nel Medio Oriente, da metà febbraio si accende lo scontro tra la comunità sciita, circa il 70% della popolazione, e la famiglia reale, sunnita.
Pakistan
Asia Bibi, donna cristiana condannata a morte per “blasfemia” e Shahbaz Bhatti, cattolico, ministro per le minoranze, ucciso per essersi esposto in difesa di Asia Bibi, sono i simboli dell’oppressione e della violenza di cui sono fatte oggetto le minoranze religiose in Pakistan.
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