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feb 03

Il Papa: «Ascoltare il grido dei bambini, no a guerra e povertà»

Mimmo Muolo - da www.avvenire.it - lunedì 3 febbraio 2025

Aprendo l’incontro mondiale, Francesco elenca i problemi che colpiscono i più piccoli. Individualismo, cultura dello scarto, aborto, violenza, fame, sfruttamento. Uccidere i bambini è negare futuro»

I bambini vanno ascoltati. In particolare «ascoltare i bambini che oggi vivono nella violenza, nello sfruttamento o nell’ingiustizia serve a rafforzare il nostro “no” alla guerra, alla cultura dello scarto e del profitto, in cui tutto si compra e si vende senza rispetto né cura per la vita, soprattutto quella piccola e indifesa». Bisogna anche dire “no” «alla cultura dello scarto e del profitto, in cui tutto si compra e si vende senza rispetto né cura per la vita, soprattutto quella piccola e indifesa. In nome di questa logica dello scarto, in cui l’essere umano si fa onnipotente, la vita nascente è sacrificata mediante la pratica omicida dell’aborto. L’aborto sopprime la vita dei bambini e recide la fonte della speranza di tutta la società». Lo ha detto il Papa aprendo il Summit dei diritti dei bambini, da lui stesso convocato, in corso oggi nel Palazzo Apostolico in Vaticano con la partecipazione di personalità della politica, dell’economia, delle istituzioni e della società civile, tra i quali la regina di Giordania Rania, il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani e la senatrice a vita, Liliana Segre.

È importante ascoltare, dunque: «Dobbiamo renderci conto che i bambini piccoli osservano, capiscono e ricordano. E con i loro sguardi e i loro silenzi ci parlano». «Ancora oggi - ha sottolineato Francesco -, la vita di milioni di bambini è segnata dalla povertà, dalla guerra, dalla privazione della scuola, dall’ingiustizia e dallo sfruttamento. I bambini e gli adolescenti dei Paesi più poveri, o lacerati da tragici conflitti, sono costretti ad affrontare prove terribili. Anche il mondo più ricco non è immune da ingiustizie. Là dove, grazie a Dio, non si soffre per la guerra o la fame, esistono tuttavia le periferie difficili, nelle quali i piccoli sono spesso vittime di fragilità e problemi che non possiamo sottovalutare. Infatti, in misura assai più rilevante che in passato, le scuole e i servizi sanitari devono fare i conti con bambini già provati da tante difficoltà, con giovani ansiosi o depressi, con adolescenti che imboccano le strade dell’aggressività o dell’autolesionismo. Inoltre, secondo la cultura efficientista, l’infanzia stessa, come la vecchiaia, è una “periferia” dell’esistenza».

Per il Papa è «triste e preoccupante» che i giovani non abbiano speranza. «Non è accettabile - ha aggiunto il Pontefice - ciò che purtroppo negli ultimi tempi abbiamo visto quasi ogni giorno, cioè bambini che muoiono sotto le bombe, sacrificati agli idoli del potere, dell’ideologia, degli interessi nazionalistici. In realtà, nulla vale la vita di un bambino. Uccidere i piccoli significa negare il futuro. In alcuni casi i minori stessi sono costretti a combattere sotto l’effetto di droghe. Anche nei Paesi dove non c’è la guerra, la violenza tra bande criminali diventa altrettanto micidiale per i ragazzi e spesso li lascia orfani ed emarginati».

Anche l’individualismo esasperato dei Paesi sviluppati è deleterio per i più piccoli, ha detto il Papa. «A volte essi vengono maltrattati o addirittura soppressi da chi li dovrebbe proteggere e nutrire; sono vittime di liti, del disagio sociale o mentale e delle dipendenze dei genitori. Molti bambini muoiono da migranti nel mare, nel deserto o nelle tante rotte dei viaggi di disperata speranza. Molti altri soccombono per mancanza di cure o per diversi tipi di sfruttamento. Sono situazioni differenti, ma di fronte alle quali ci poniamo la stessa domanda: come è possibile che la vita di un bambino debba finire così?».

Il Papa ha messo in guardia dal pericolo dell’assuefazione. «L’infanzia negata è un grido silenzioso che denuncia l’iniquità del sistema economico, la criminalità delle guerre, la mancanza di cure mediche e di educazione scolastica». Perciò, ha proseguito, «oggi siamo qui per dire che non vogliamo che tutto questo diventi una nuova normalità. Non possiamo accettare di abituarci». Quindi Francesco ha citato una serie di dati impressionanti. «Oggi più di quaranta milioni di bambini sono sfollati a causa dei conflitti e circa cento milioni sono senza fissa dimora. C’è il dramma della schiavitù infantile: circa centosessanta milioni di bambini sono vittime del lavoro forzato, della tratta, di abusi e sfruttamenti di ogni tipo, inclusi i matrimoni obbligati. Ci sono milioni di bambini migranti, talvolta con le famiglie ma spesso soli: il fenomeno dei minori non accompagnati è sempre più frequente e grave».

Un altro problema citato dal Papa è quello dei bambini cosiddetti “Invisibili”. «Per loro non c’è protezione della legge e possono essere facilmente maltrattati o venduti come schiavi. Ricordiamo i piccoli Rohinghya, che spesso fanno fatica a farsi registrare, i bambini indocumentados al confine con gli Stati Uniti, prime vittime di quell’esodo della disperazione e della speranza di migliaia che salgono dal Sud verso gli USA, e tanti altri».

Il Papa ha concluso il suo intervento con un auspicio. «Prego perché il vostro contributo possa aiutare a costruire un mondo migliore per i bambini, e quindi per tutti! Mi dà speranza il fatto che siamo qui, tutti insieme, per mettere al centro i bambini, i loro diritti, i loro sogni, la loro domanda di futuro».

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