L’evento Giorno della Memoria
gen 26

Federica e Sofia: il bello della Valanga Rosa (e quel centesimo da raccontare)

Edoardo Castagna - da www.avvenire.it - sabato 25 gennaio 2025

La doppietta in discesa libera a Garmisch e la sfida infinita tra le due campionesse: rivali, antagoniste e compagne di una squadra che guardando a loro sta diventando sempre più forte

Coppi e Bartali, Mazzola e Rivera, Borg e McEnroe. Lo sport vive anche di antagonismi, di rivalità reali o costruite dalla stampa, che appassionano il grande pubblico e animano il bar sport che, soprattutto in Italia, si accasa non solo al bar ma in ogni ufficio e in ogni salotto. Goggia e Brignone rinverdiscono questo filone con una rivalità che oggi sembra aver raggiunto un punto di equilibrio, archiviate le punte di eccesso polemico viste negli anni scorsi. Riescono a presentarsi assieme davanti alle telecamere, come ieri mattina dopo una delle gare più emozionanti dello sci alpino contemporaneo, rispettandosi reciprocamente. La settimana scorsa, nel fiabesco scenario pre-olimpico di Cortina d’Ampezzo, avevano fatto staffetta: a Sofia la discesa libera del sabato, a Federica il supergigante della domenica. Ieri, a Garmisch-Partenkirchen, hanno realizzato la doppietta: prima-seconda, Brignone-Goggia, e per surplus di pathos con un solo centesimo di secondo a dividerle.

Un centesimo di secondo: come il film di Duccio Tessari del 1981 che s’ispirava al distacco tra Franz Klammer e Gustav Thöni in un’altra gara leggendaria, la discesa libera sulla Streif di Kitzbühel del 1975. Gli anni della Valanga Azzurra. Ecco, il cinquantenario dello squadrone capitanato da Thöni e Gros (altra coppia), già celebrato con successo dal film di Giovanni Veronesi che dall’autunno scorso attira nelle sale di tutta Italia un pubblico inaspettato (produzione Fandango, disponibile su Rai Play), è rimarcato sul campo dalla prima, vera Valanga Rosa. L’appellativo era già stato usato nei primi anni Ottanta per la forte squadra di Claudia Giordani, Ninna Quario (la mamma della Brignone) e Paoletta Magoni: ma oggi è un’altra cosa. Federica Brignone è la prima e finora unica italiana capace di vincere la Coppa del Mondo assoluta; Sofia Goggia la prima e finora unica italiana capace di vincere la medaglia d’oro olimpica nella discesa libera. Forti, fortissime, ognuna con caratteristiche peculiari ma non sovrapponibili: Federica, talento raffinato dal tocco inimitabile sulla neve; Sofia, fine tecnica e potenza nella discesa. Differenze da intenditori, e sulle quali gli intenditori si dividono.

Ma, come già Thöni e Gros, non sono da sole, come invece lo erano stati, nei loro anni, Alberto Tomba e Deborah Compagnoni. Come la Valanga Azzurra degli anni Settanta, la Valanga Rosa di oggi è una squadra: due fuoriclasse, e attorno a loro altre grandi sciatrici (Marta Bassino, Irene Curtoni), una corona di comprimarie di lusso (Laura Pirovano, le sorelle Nadia e Nicol Delago) e una folta pattuglia di giovani che crescono, e sembrano crescere in fretta, proprio perché possono guardare ogni giorno, in allenamento, Goggia e Brignone. Certo, le due stelle all’interno della nazionale hanno allenamenti specializzati e tecnici personali, però vivono sempre momenti comuni con il resto della squadra, in un equilibrio - non scontato, né facilmente raggiunto - che consente alle altre ragazze di ispirarsi a loro e migliorare. Fanno squadra in uno sport squisitamente individuale: è uno dei paradossi dei fuoriclasse, che si muovono in una dimensione altra rispetto ai comuni mortali.

Oggi Sofia e Federica torneranno a sfidarsi sulla pista Kandahar, nome esotico che arriva addirittura dall’Afghanistan dove il generale inglese Roberts si era guadagnato il titolo nobiliare prima di traslocare sulle Alpi e inventare le gare di sci alpino. La Kandahar dell’Inferno e del Paradiso, come sono stati battezzati il tratto più ripido a metà gara e quello più pianeggiante a inizio percorso. La Kandahar del mito e del sogno, dove le leggende dello sport, novella mitologia dei nostri tempi, si forgiano. Sfidandosi sul filo di un centesimo di secondo.

© Riproduzione riservata

Pagelines | Design