Aiuti per i figli, bonus, sconti: la nostra guida al 2025 per le famiglie
Marco Mariani - da www.avvenire.it - sabato 4 gennaio 2025
Ecco l’alfabeto della Legge di bilancio, dalla A degli asili nido alla W di welfare. Così cambiano i sostegni e le imposte per i nuclei
Incentivare la natalità. Differenziare le misure per le famiglie in base al numero dei figli. Rifinanziare i programmi di sostegno ai nuclei indigenti a fronte dei crescenti allarmi sulla povertà economica e sociale. Pur non contenendo disposizioni nuove in assoluto, la legge di Bilancio in vigore dal 1° gennaio rende chiaramente visibili alcune linee di tendenza. Allo stesso tempo, però, deve fare i conti con l’inadeguatezza delle risorse e con la necessità di tenere sotto stretto controllo i conti pubblici, come dimostrano il giro di vite sui bonus edilizi e l’introduzione di limiti massimi agli sconti fiscali.
Ecco una guida ragionata alle principali novità 2025 per le famiglie, dalla A di asili nido alla W di welfare aziendale.
Asili nido: il bonus anche senza un altro figlio
Il contributo economico viene innalzato per tutti i nuovi nati a 3.600 euro (327,27 euro mensili): la novità rispetto al 2024 è che non è più necessario avere già nel nucleo famigliare almeno un altro figlio di età inferiore ai dieci anni. È richiesto un Isee minorenni del nucleo familiare inferiore a 40mila euro. Oltre tale soglia, l’importo si abbassa a 1.500 euro (136,36 mensili).
Il bonus asili nido viene erogato dall’Inps, su domanda del genitore, in 11 mensilità come sostegno per l’iscrizione ad asili nido, pubblici o privati, di bambini fino ai tre anni di età, o per un servizio domiciliare di babysitter qualora il bambino non possa frequentare il nido per gravi patologie.
«Carta per i nuovi nati»: 1.000 euro una tantum
Alle famiglie con Isee sotto i 40mila euro spetta da quest’anno un bonus di 1.000 euro per ogni figlio nato o adottato. Si chiama «Carta per i nuovi nati» ed è una riedizione del cosiddetto «Bonus bebé» introdotto per la prima volta nel 2003 dal governo Berlusconi e infine cancellato nel 2019. L’una tantum viene erogata dall’Inps nel mese successivo a quello di nascita o di adozione. Previsto uno stanziamento di 330 milioni di euro per il 2025 e di 360 milioni per il 2026.
Congedo parentale: tre mesi pagati all’80%
Aumentano a tre i mesi di congedo parentale indennizzati stabilmente all’80% - utilizzabili in alternativa da entrambi i genitori - fino ai sei anni di vita del figlio. Il congedo parentale è il periodo di astensione facoltativa che i lavoratori e le lavoratrici dipendenti del privato o del pubblico possono usare, dopo la fine dell’astensione obbligatoria per maternità o paternità, per prendersi cura dei figli. In tutto, i mesi coperti da indennità sono nove. In via ordinaria, infatti, il congedo spetta a ciascun genitore per tre mesi, non trasferibili all’altro, fino al dodicesimo anno di età di ciascun figlio. Oltre a questi sei mesi, i genitori hanno poi diritto, in alternativa tra loro, a un ulteriore congedo della durata complessiva di tre mesi. Da quest’anno, quindi, il congedo parentale è retribuito all’80% dello stipendio per i primi tre mesi e al 30% per i restanti sei.
«Dedicata a te»: la card prepagata per gli acquisti
Viene incrementata di 500 milioni di euro la dotazione del Fondo per l’acquisto di beni alimentari di prima necessità o di carburanti (nonché, in alternativa a questi ultimi, di abbonamenti ai servizi di trasporto , pubblico locale) da parte dei soggetti che presentano un Isee non superiore a 15mila euro. Tali acquisti devono essere effettuati attraverso uno strumento di pagamento denominato Carta «Dedicata a Te», distribuito dalle Poste, sul quale è precaricato un contributo una tantum.
Dal settembre dello scorso anno il numero di nuclei familiari coinvolti è passato da 1,2 a 1,33 milioni, mentre il valore medio della carta è aumentato da 459 euro a 500 euro. Il contributo non spetta ai nuclei familiari che già percepiscono altri sussidi economici di livello nazionale, regionale o locale, oppure sostegni in caso di disoccupazione, Cig o mobilità.
I beneficiari non devono presentare alcuna domanda, ma sono individuati d’ufficio nei limiti delle carte assegnate ad ogni singolo Comune. L’importo aggiornato dovrà ora essere definito da un nuovo decreto ministeriale
Famiglie a basso reddito: mense e attività extra scolastiche
Arriva un fondo da 500mila euro per il contrasto della povertà alimentare a scuola: erogherà contributi ai nuclei che, per condizioni oggettive di impoverimento durante l’anno scolastico, non riescono a pagare le rette per la mensa nelle primarie. Le modalità di erogazione del fondo saranno stabilite da un decreto ministeriale.
Un ulteriore fondo del valore di 30 milioni di euro, denominato «Dote famiglia», servirà per sostenere le attività extra-scolastiche, sportive o ricreative, dei ragazzi da 6 a 14 anni appartenenti a famiglie in difficoltà economica con reddito Isee fino a 15mila euro.
Isee più “leggero”
Dal calcolo dell’Isee viene escluso l’importo percepito come «Assegno unico universale», lo strumento che dal marzo del 2022 ha unificato sotto un’unica voce i sostegni economici per i figlia carico fino al compimento del 21° anno di età. Si tratta di un alleggerimento significativo, sia perché consentirà l’accesso ad alcune agevolazioni (ad esempio, il bonus nido) anche a famiglie che avrebbero avuto un valore superiore alla soglia stabilita, sia perché contribuirà a ridurre la complessità burocratica.
Madri lavoratrici autonome
La decontribuzione parziale dedicata alle madri lavoratrici dipendenti viene estesa dal 2025 anche alle lavoratrici autonome - purché con un reddito non superiore a 40mila euro l’anno e non in regime forfettario - madri di due o più figli, fino al compimento del decimo anno di età del più piccolo. Dal 2027 la decontribuzione sarà riconosciuta alle madri lavoratrici autonome con tre o più figli fino al compimento del 18° anno di età del figlio più piccolo.
Mutui prima casa: confermata l’agevolazione per i giovani
Viene prorogata al 31 dicembre 2027 la possibilità di estendere la garanzia pubblica - tramite il Fondo di garanzia per la prima casa - fino all’80% della quota capitale del mutuo richiesto. Le categorie prioritarie sono le giovani coppie, i nuclei familiari monogenitoriali con figli minori, i conduttori di alloggi Iacp comunque denominati e i giovani di età inferiore ai 36 anni, purché in possesso di Isee non superiore a 40mila euro annui e richiedenti un mutuo superiore all’80% dell’immobile, compresi gli oneri accessori.
Paritarie: le detrazioni per i figli
Aumenta lo sconto fiscale per chi iscrive i figli alle scuole paritarie (da quelle per l’infanzia sino alle superiori). Il limite massimo delle detrazioni per le rette viene, infatti, elevato da 800 a 1.000 euro.
Prima casa: un anno in più per l’agevolazione
Una nuova disposizione si ripropone di incentivare il mercato immobiliare, in particolare chi compra una casa avendo già la proprietà di un’altra abitazione agevolata come prima casa (abbattimento dell’Iva e dell’imposta di registro). La legge di Bilancio 2025 raddoppia, infatti, da uno a due anni il periodo di tempo nel quale vendere l’abitazione “pre-posseduta” mantenendo l’agevolazione fiscale su quella nuova.
Psicoterapia
Il bonus per le sedute di psicoterapia, che ha registrato una grande richiesta ma anche sofferto una gestione faticosa, viene confermato e rafforzato. Nel 2025, ci saranno 1,5 milioni in più da distribuire per i rimborsi delle sedute, con una dote complessiva di 9,5 milioni di euro.
Il rimborso per chi necessita di supporto psicologico è di 50 euro a seduta, ma con limiti massimi differenziati in base all’Isee del richiedente: fino a 15mila euro il tetto è di 1.500 euro; tra 15 e 30mila, scende a 1.000 euro; tra 30 e 50mila, si ferma a 500 euro. Oltre 50mila euro di Isee non si ha diritto al bonus psicologo.
L’agevolazione viene gestita attraverso la piattaforma Inps, ma è necessario l’apertura della “finestra” per le richieste.
Ristrutturazioni e lavori in casa: la stretta sui bonus
Dopo il giro di vite sul superbonus del 110%, da quest’anno le restrizioni iniziano a colpire, sia pure in misura graduale e differenziata tra prime e seconde case, anche le altre detrazioni edilizie.
- L’agevolazione sulleristrutturazioniresta al 50%, con tetto di spesa invariato a 96mila euro e spalmatura sempre in dieci anni, ma solo quest’anno e solo per le prime case. Dal 1° gennaio 2026 al 31 dicembre 2027 l’aliquota scenderà, infatti, al 36 per cento.
Per le seconde case, invece, lo sconto cala già quest’anno al 36%, con tetto di spesa ridotto a 48mila euro, per poi abbassarsi al 30% dal 2026.
Dal 2028 al 2033, l’aliquota di detrazione sarà del 30% per tutti i lavori, indipendentemente dal tipo di abitazione, mentre il tetto massimo di spesa sarà di 48mila euro.
- Lo stesso schema di aliquote vale anche per l’ecobonus, mentre lecaldaie alimentate esclusivamente a gaso da altri combustibili fossili non saranno più detraibili per incentivare tecnologie più green come le pompe di calore.
- Ilbonus mobili, per l’acquisto di arredi e grandi elettrodomestici fino a un massimo 5mila euro, è confermato al 50% ma solo per chi ha effettuato interventi di recupero edilizio nell’anno precedente. Sparisce, invece, il “bonus verde”, l’agevolazione per terrazze e giardini.
- Infine, glielettrodomestici ad alta efficienza energetica(classe B o superiore), prodotti in Europa, beneficiano di una nuova agevolazione, una sorta di contributo economico per rottamare vecchi elettrodomestici. Si tratta di un buono del 30% sul costo di acquisto, comunque per un importo non superiore a 100 euro per apparecchio ed elevato a 200 euro per famiglie con Isee sotto i 25mila euro. Ogni nucleo potrà richiederlo per un solo apparecchio. Criteri, modalità e termini di erogazione saranno precisati da un decreto ministeriale.
Sconti fiscali in dichiarazione: i nuovi limiti e la variabile-figli
La presenza o meno dei figli nel nucleo familiare ispira anche le disposizioni restrittive sui limiti di spesa per le detrazioni fiscali. Si tratta di un meccanismo a scalare in base al numero dei figli a carico.
Per le spese sostenute dal 1° gennaio 2025 sono previsti, infatti, due limiti massimi di detrazioni: uno pari a 14mila euro per i redditi oltre 75mila euro e non superiori a 100mila, e uno di 8mila euro per i redditi superiori a 100mila euro. Questi parametri di riferimento si applicano solo a chi ha almeno tre figli o un figlio con disabilità. Negli altri casi - quindi con due figli, un figlio o nessun figlio - tali soglie vengono ridotte rispettivamente all’85%, al 70% e al 50 per cento.
Dal calcolo di questi tetti, tuttavia, sono escluse le spese mediche e sanitarie sostenute nell’anno, gli oneri per prestiti o mutui contratti fino al 31 dicembre 2024, i premi assicurativi per il rischio morte, invalidità permanente o non autosufficienza per contratti stipulati entro il 2024 e le spese per ristrutturazioni edilizie sostenute entro il 31 dicembre 2024.
Infine, è previsto lo stop alle detrazioni per i figli oltre i 30 anni, con l’eccezione dei figli disabili per i quali le detrazioni continuano a essere garantite senza limiti di età.
Taglio del cuneo fiscale e revisione delle aliquote Irpef
La legge di Bilancio 2025 conferma e rende strutturale sia il taglio del cuneo fiscale per i redditi medio-bassi (estendendolo ai redditi fino a 40mila euro con benefici per ulteriori tre milioni di contribuenti) sia la revisione delle aliquote Irpef in tre scaglioni già introdotta nel 2024.
Vetture aziendali: penalizzate diesel e benzina
Chi riceve un’auto aziendale deve pagare più tasse perché la quota corrispondente all’uso privato della vettura viene considerata un beneficio in termini di reddito. Per individuare tale valore si fa riferimento a una percentuale sul costo complessivo di utilizzo dell’auto. Tale percentuale era determinata sino ad oggi in base al modello e alla quantità delle emissioni inquinanti. Dal 2025, invece, fa testo solamente il tipo di alimentazione del veicolo, con una forte penalizzazione per le vetture endotermiche: per le auto elettriche si considera infatti il 10% del costo chilometrico; per le ibride plug-in il 20%; per diesel e benzina il 50 per cento.
Welfare aziendale: l’esenzione fiscale
Il limite di esenzione fiscale dei fringe benefit resta confermato a mille euro per i lavoratori dipendenti e a 2mila per quelli con figli a carico. La novità 2025 riguarda i neoassunti che accettano di trasferirsi ad oltre 100 chilometri da casa: per costoro, le somme erogate o rimborsate dai datori di lavoro per il pagamento dei canoni di locazione e delle spese di manutenzione non concorrono a formare il reddito ai fini fiscali entro il limite complessivo di 5mila euro annui per i primi due anni dalla data di assunzione, a patto che il lavoratore abbia un reddito fino a 35mila euro nell’anno d’imposta precedente all’assunzione.
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