PAROLA DI VITA - Settembre 2024
set 09

Investimenti, riforme, crescita: ecco le proposte contenute nel rapporto Draghi

Luca Mazza lunedì 9 settembre 2024 - da www.avvenire.it

Nel report dell’ex numero uno della Bce circa 170 proposte “attuabili fin da subito” per un cambiamento radicale dell’Europa: “Ne va della sua esistenza”. Servono “800 miliardi di investimenti in più″

Proposte concrete, circa 170 “attuabili subito”, e accompagnate dalla richiesta di “cambiamento radicale” affinché l’Unione europea non si riveli un progetto fallimentare. Mario Draghi presenta a Bruxelles il suo rapporto sulla competitività europea. Un lavoro certosino, quello elaborato dall’ex premier italiano e già presidente della Banca centrale europea, che rappresenta una sorta di manuale di istruzioni tra investimenti e riforme per dare un’accelerata a un progetto che altrimenti rischia di fallire. L’ex banchiere centrale è convinto che l’Europa debba agire soprattutto su tre fronti: innovazione, energia, sicurezza. Saranno fondamentali le scelte ma anche i tempi di attuazione delle stesse per fare in modo che l’Ue abbia un futuro e possa giocare un ruolo di primo piano sullo scacchiere internazionale.

Anzitutto c’è la necessità di cambiamento: “I valori fondamentali dell’Europa sono prosperità, equità, libertà, pace e democrazia in un ambiente sostenibile. L’Ue esiste per garantire che gli europei possano sempre beneficiare di questi diritti fondamentali. Se l’Europa non sarà più in grado di garantirli avrà perso la sua ragione d’essere - si legge nel rapporto -. L’unico modo per affrontare questa sfida è crescere e diventare più produttivi, preservando i nostri valori di equità e inclusione sociale. L’unico modo per diventare più produttiva è che l’Europa cambi radicalmente”.
Per Draghi l’Europa manca di concentrazione: “Articoliamo obiettivi comuni, ma non li sosteniamo fissando priorità chiare e non li sosteniamo con azioni politiche congiunte”. Per esempio, si sostiene di favorire l’innovazione, ma si continuano ad aggiungere oneri normativi alle imprese europee, che sono particolarmente costosi per le Pmi. Più della metà delle Pmi europee indica gli ostacoli normativi e gli oneri amministrativi “come la loro più grande sfida”, scrive ancora Draghi.
Per vincere la sfida della produttività, oltre a non sprecare risorse comuni, è indispensabile anche aumentare sensibilmente la quota degli investimenti. Il fabbisogno finanziario necessario all’Ue per raggiungere i suoi obiettivi “è enorme” e per tagliare i traguardi indicati nel rapporto Draghi “sono necessari almeno 750-800 miliardi di euro di investimenti aggiuntivi annui, secondo le ultime stime della Commissione, pari al 4,4-4,7% del Pil dell’Ue nel 2023″. Per fare un paragone, “gli investimenti del Piano Marshall nel periodo 1948-51 equivalevano all’1-2% del Pil dell’Unione”. Per ottenere questo aumento “sarebbe necessario che la quota di investimenti dell’Ue passasse dall’attuale 22% circa del Pil al 27% circa, invertendo un declino pluridecennale nella maggior parte delle grandi economie dell’Ue”. Tuttavia, gli investimenti produttivi nell’Ue “non sono all’altezza di questa sfida”, si legge ancora. L’attenzione sulla competitività e la produttività deve essere ancora più importante poiché l’Europa, per la prima volta, “non potrà contare sull’aumento della popolazione” per aumentare la sua economia vista la curva demografica prevista. “Dal 2040 ci saranno 2 milioni di lavoratori in meno nell’Ue all’anno”, si stima nel report.

La sfida della competitività e legata anche a temi cruciali come quello dell’innovazione e dell’energia. L’Europa si trova ora ad affrontare tre grandi trasformazioni, sostiene Draghi, la prima delle quali è la necessità di accelerare l’innovazione e di trovare nuovi motori di crescita. “In secondo luogo, l’Europa deve ridurre i prezzi elevati dell’energia continuando a decarbonizzare e a passare a un’economia circolare”. In terzo luogo, “l’Europa deve reagire a un mondo di geopolitica meno stabile, in cui le dipendenze si trasformano in vulnerabilità e l’Europa non può più contare su altri per la propria sicurezza”, sono i tre macro-obiettivi indicati dall’ex presidente della Bce.
Spesso a bloccare le decisioni è un meccanismo di voto che permette facilmente di bloccare le proposte di riforma: “Finora, molti sforzi per approfondire l’integrazione europea tra gli Stati membri sono stati ostacolati dal voto all’unanimità. Dovrebbero quindi essere sfruttate tutte le possibilità offerte dai Trattati Ue per estendere il voto a maggioranza qualificata”. Il voto a maggioranza qualificata dovrebbe essere “esteso a più aree”, sottolinea l’ex premier, auspicando anche - nei casi di stallo - il ricorso alla “cooperazione rafforzata”.
In conferenza stampa, di fianco a Ursula von der Leyen, l’ex numero uno della Bce ha spiegato che non riconoscere che l’Ue “è già in modalità di crisi” significa non riconoscere la realtà. Il messaggio di Draghi è quello di attivarsi in fretta con misure precise ed efficaci. “Urgenza e concretezza sono due parole chiave del report”, ha specificato. Insomma, fare presto e fare bene.

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