Dai rave alla natalità: ecco le 10 misure-simbolo
Marco Iasevoli - DA WWW.AVVENIRE.IT sabato 21 ottobre 2023
Il decreto sui raduni, poi il Cdm a Cutro, Caivano, le manovre «prudenti»: tutte le misure con cui l’esecutivo ha lanciato i suoi messaggi politici al Paese. E all’estero
Il 22 ottobre del 2022 il governo di Giorgia Meloni ha giurato nelle mani del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il giorno seguente, il rito della campanella con il premier uscente Mario Draghi. Il 25, poi, il voto di fiducia alle Camere con cui è iniziata ufficialmente l’avventura di governo della prima donna presidente del Consiglio. Ripercorriamo i 10 provvedimenti-simbolo dei primi 12 mesi dell’esecutivo.
31 ottobre 2022, il decreto rave: pur non essendo nel programma di governo, uno dei primi atti del governo Meloni è stato un controverso decreto finalizzato a disincentivare i “raduni illegali”. Una sorta di segnale sull’atteggiamento generale che l’esecutivo avrebbe avuto sui temi della sicurezza.
21 novembre 2022, la manovra in corsa: a poco meno di un mese dall’insediamento, il governo vara una manovra in corsa che in gran parte proroga le misure contro il caro-energia grazie a un tesoretto lasciato da Draghi. Arrivano i primi segnali su cuneo e natalità. Allo stesso tempo, appare già chiaro che alcune promesse elettorali, come la flat-tax, spariranno dai radar.
1 dicembre 2022, il dl-Ucraina: in prossimità della scadenza del decreto-Ucraina varato dal governo Draghi, e che autorizzava ad inviare aiuti militari a Kiev, Meloni manda un messaggio di continuità alla comunità internazionale con un provvedimento che replica lo stesso indirizzo geopolitico del suo predecessore.
2 febbraio 2023, il ddl autonomia: il governo prova ad accendere il cantiere delle riforme con il disegno di legge sull’autonomia differenziata caro alla Lega e al ministro Calderoli. L’iter procede in Parlamento tra cautele e diffidenze, mentre l’altro pezzo delle “grandi riforme”, ovvero il ddl costituzionale sul presidenzialismo o sul premierato, ancora non è arrivato in Consiglio dei ministri.
10 marzo 2023, il dl Cutro: dopo la tragedia di Cutro, in cui hanno perso la vita 180 migranti, il governo si reca simbolicamente nella cittadina calabrese per varare un provvedimento che riprende la filosofia dei dl-sicurezza varati da Salvini durante il governo Conte-1. Un passaggio molto complesso per l’esecutivo. Varato questo provvedimento, però, Meloni ha progressivamente modificato la linea sulle migrazioni prediligendo la strada del negoziato con l’Ue e con i Paesi nordafricani.
1 maggio 2023, il decreto-lavoro: tra molte polemiche, nel giorno della festa dei Lavoratori il governo si riunisce per un decreto che reintroduce forme di lavoro “flessibile” e, soprattutto, determina la fine del Reddito di cittadinanza così come articolato dai governi Conte 1 e Conte 2 a trazione M5s. La stretta riguarda soprattutto gli “occupabili”.
4 maggio 2023, l’alluvione in Emilia Romagna: i cambiamenti climatici si abbattono sull’Emilia Romagna e la sconvolgono con la stessa forza di un terremoto. Il governo vara lo stato d’emergenza ma sugli aiuti, dopo la prima fase di unità nazionale, inizia un braccio di ferro con il governatore Stefano Bonaccini. Braccio di ferro che ancora prosegue tra accuse reciproche.
15 giugno 2023, via l’abuso d’ufficio: il ddl Nordio cancella il reato di abuso d’ufficio. Numerose e diverse le reazioni: preoccupazione fronte magistratura e anche dalle autorità anticorruzione, mentre è positivo il parere dei sindaci, compresi molti di centrosinistra che poi però aggiusteranno il tiro.
7 settembre 2023, il dl Caivano: un testo che interviene dopo una fitta serie di fatti di cronaca riguardanti violenze efferate da parte di minori. La premier visita anche personalmente un luogo simbolo del degrado, il parco Verde di Caivano. Il provvedimento prevede una stretta penale sui minori, misure sociali e di riqualificazione.
16 ottobre 2023, la manovra in deficit: la seconda legge di bilancio del governo Meloni è un provvedimento da 24 miliardi di cui 16 in deficit, che fatica a confermare per il 2024 i tagli fiscali vigenti nel 2023. Il varo della manovra avviene in un contesto internazionale di nuovo mutato a causa del conflitto mediorientale, che potrebbe condurre ad una contrazione della crescita.
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