L’intervento Giornata mondiale
apr 25

La resistenza al mostro non è ancora finita

Marco Tarquinio - da www.avvenire.it martedì 25 aprile 2023

Settantotto anni fa fu Liberazione. Dal nazifascismo e dai massacri bellici, non dalle ingiustizie, dalle sofferenze e dai conflitti che sono inesorabile parte della vita degli uomini e delle donne e mobilitano la coscienza, la fede, l’impegno e la speranza di chi non si rassegna a esse e a essi. E ancora e sempre resiste.

Ha impressionato lo sforzo per fare piccolo e mediocre questo 25 Aprile, imprigionandolo in una rete di affermazioni e polemiche sconclusionate e persino avventate. Il 25 Aprile è quel che è: vittoria della democrazia, radice della nostra Repubblica, e senza la Liberazione non saremmo il popolo e l’Italia che siamo. Non un Paese perfetto e non il migliore tra tutti, e però nostro, per davvero di tutti noi, non più e non solo di un ducepadrone e del suo nero regime. Sì, ha impressionato questa piccineria assurda.

Ma soprattutto ha impressionato che chi regge il timone dell’Italia e ne incarna e custodisce pro-tempore le Istituzioni non abbia mostrato sinora di vedere che cosa il 25 Aprile, liberazione dalla guerra, dice agli italiani nel tempo che viviamo e nel quale i grandi e i piccoli del mondo stanno di nuovo correndo alle armi. I dati del Rapporto Sipri appena pubblicato confermano l’escalation continua, cominciata prima della nuova tragica fase della guerra in Ucraina e da questa rafforzata. Noi europei nel 2022 siamo arrivati a spendere per i nostri apparati bellici più di quanto spendessimo alla vigilia della caduta del Muro di Berlino: circa 345 miliardi di dollari.

È questo il domani che vogliamo per noi e per i nostri figli e le nostre figlie, per l’umanità di cui siamo parte? È questa la fedeltà di cui siamo capaci nella costruzione di pace alla quale ci chiama Cristo, principe della pace? Nessuno è troppo piccolo e nessuno deve sentirsi solo di fronte alla logica, agli affari e alla pratica della guerra, «mostro grande che picchia forte sulla povera innocenza della gente», come cantava con accorata forza e bellezza Mercedes Sosa. La Resistenza non è finita. È difficile, ma più che mai necessaria: liberiamoci dalle armi.

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