Francesca Chillemi in «Che Dio ci aiuti»: novizia e novità
Tiziana Lupi- da www.avvenire.it mercoledì 11 gennaio 2023
Torna su Rai 1 la serie “Che Dio ci aiuti” con Elena Sofia Ricci che lascia il testimone all’attrice siciliana: «Anche nella vita grazie a questo ruolo la mia fede si è radicata»
Francesca Chillemi era arrivata in Che Dio ci aiuti un po’ in silenzio con un personaggio che inizialmente era anche un po’ antipatico: viziata, snob, ignorante, irascibile ed egoista. Poi pian piano la “sua” Azzurra è cambiata: dopo la morte prematura dell’uomo che aveva sposato e del figlio adottivo, ha scoperto la sua vera vocazione ed è diventata una novizia. E ora lei, dopo l’uscita di scena di Elena Sofia Ricci, è pronta per diventare la protagonista della serie che torna su Raiuno con la settima stagione.
Francesca, chi è davvero Azzurra? «Un personaggio di rottura che, nella sua versione iniziale, non poteva stare simpatico al pubblico. Troppo viziata. Insieme al regista e agli sceneggiatori l’abbiamo trasformata in una ragazza ferita perché non le era stato insegnato ad essere amata e ad amare. Lo ha imparato in convento. Non tutti nasciamo con le stesse potenzialità anche dal punto di vista affettivo, non tutti hanno una famiglia ma Che Dio ci aiuti dà la speranza di poterla trovare. E quando hai una famiglia accanto, è quella che ti fa crescere. E Azzurra, dopo tante vicissitudini, è diventata una novizia».
Che adesso è diventata la protagonista della serie. «È stato quasi naturale, Elena ha lasciato uno spazio. Con lei ho un rapporto speciale: negli anni mi ha dato tanti consigli e mi ha insegnato a fare il nostro lavoro con verità e umiltà, a darsi al lavoro qualunque sia l’entità del personaggio perché l’importante è quello che facciamo: raccontare vite».
Elena Sofia Ricci ha raccontato di avere avuto una suora come punto di riferimento per interpretare suor Angela. Anche lei? «Noi abbiamo la consulente di Che Dio ci aiuti, suor Benedetta Luchi. In questi anni, poi, sono entrata in contatto con tante suore, alcune anche giovanissime. Ai tempi della prima stagione ho conosciuto sei suore di clausura e due erano più giovani di me. I loro occhi parlano, non c’è bisogno di chiedere nulla. Sono state chiamate e sono convinte della loro scelta. Però, se devo fare il nome di una suora, anche se non c’entra niente con la serie faccio quello di suor Zelia. Era la mia maestra all’asilo e ho un ricordo bellissimo di lei. Era una donna di grande umanità e, nonostante fossimo piccoli, ci regalava un senso di positività e la consapevolezza di potercela fare nella vita».
Prima ha parlato del convento di Che Dio ci aiuti come di una famiglia, di un luogo nel quale ci si sente accettati. «In realtà è la Parola di Dio che ci fa sentire accettati. È Lui che ci insegna a non giudicare perché come esseri umani siamo imperfetti e non possiamo evitare di sbagliare. Il problema nasce quando tu impari ad accettare i tuoi errori ma non lo fanno gli altri. Nel convento di Che Dio ci aiuti si impara che si può cambiare e che qualcuno, a volte, è cattivo solo perché non sa essere altro».
Il suo “convento”, il luogo in cui si sente al sicuro, qual è? «Sono la famiglia e gli amici, perché quando stai con chi ti conosce e non ti giudica, sei libera di essere te stessa».
Una delle chiavi del successo di Che Dio ci aiuti è l’aspetto spirituale. Elena Sofia Ricci ha dichiarato che i dialoghi di suor Angela con Cristo sono memorabili e ci gettano nel mare degli interrogativi nei quali tutti annaspiamo. Lei che rapporto ha con la fede? «È qualcosa che mi è stata passata fin da piccola da mia nonna Ciccina, quella a cui devo il mio nome. Ancora oggi mi capita di recitare alcune preghiere in siciliano che mi ha insegnato lei. Non posso definirmi praticante perché non vado a Messa ma mi piace entrare in una chiesa quando ci passo davanti. E penso che, grazie a Che Dio ci aiuti, la mia fede si sia radicata ancora di più».
Cos’altro le ha regalato Che Dio ci aiuti? « La visibilità e la crescita personale e professionale perché è stato il primo ruolo comico che ho fatto, toccando corde che non credevo di avere. Poi l’umanità perché ho conosciuto tante colleghe e colleghi con cui è nato un bel rapporto di amicizia. Ma, soprattutto, Che Dio ci aiuti mi ha dato la possibilità di regalare a chi ci guarda la speranza di non essere soli in questa vita. Io sono fortunata perché parto da una base solida, ho una famiglia unita ma non per tutti è così e penso che questo sia il motivo principale per cui facciamo questo mestiere».
Lei ha iniziato nel 2003, a diciotto anni, conquistando la fascia di Miss Italia: allora pensava che sarebbe arrivata fin qui? «Sono sempre stata una sognatrice, però forse non mi aspettavo tutto questo. Sono grata a tutto quello che è arrivato perché nella vita non c’è niente di scontato e bisogna apprezzare ciò che si ha».
Prossimamente tornerà sul set di Viola come il mare, la serie di Canale 5 in cui interpreta una cronista. Tra Azzurra e Viola qual è il personaggio a cui sente di essere più vicina? «Umanamente mi sento vicina ad entrambe, seppure per aspetti diversi. Professionalmente sono più vicina a Viola perché lei è una donna libera e si innamora. Cosa che Azzurra non può più fare».
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