Il Papa: il mondo è in guerra, ha scelto Caino. Ma Dio non smette di salvarlo
Redazione Internet - da www.avvenire.it venerdì 15 aprile 2022
L’intervista a Lorena Bianchetti: capisco i governanti che comprano le armi, ma non li giustifico. Nei momenti di tragedia si dia ruolo alle donne
“Il mondo è in guerra! La Siria, lo Yemen…Poi, pensa ai Rohingya, cacciati via, senza patria. Dappertutto c’è guerra. Il genocidio del Ruanda venticinque anni fa… Perché il mondo ha scelto, è duro dirlo, ma ha scelto lo schema di Caino. E la guerra è mettere in atto il ‘cainismo’, cioè uccidere il fratello”. Lo afferma il Papa in un’intervista rilasciata a Lorena Bianchetti, conduttrice del programma televisivo di Rai 1 ‘A sua Immagine’, andata in onda oggi dalle 14 a poco prima delle 15. E’ stato un colloquio intenso, intimo. Il Pontefice non si è sottratto a nessuna domanda e il congedo è stato particolarmente commovente: dopo aver parlato di guerra, di bambini e madri uccisi, di donne sfruttate, Bianchetti ha chiesto come dovevamo affrontare questo Venerdì Santo, il giorno della morte di Gesù, in tempi così difficili. Francesco non ha proferito parola: è rimasto lunghi minuti in silenzio, lo sguardo assorto, gli occhi sempre più lucidi, fino all’abbraccio di congedo con la giornalista.
Incalzato da domande sulla guerra, il Papa ha detto che 2noi viviamo con questo schema demoniaco” che dice “di uccidersi l’un l’altro per voglia di potere, per voglia di sicurezza, per voglia di tante cose. Ma io penso alle guerre nascoste, che nessuno vede, che sono lontane da noi. Tante. Perché? Per sfruttare? Noi abbiamo dimenticato il linguaggio della pace: l’abbiamo dimenticato. Si parla di pace. Le Nazioni Unite hanno fatto di tutto, ma non hanno avuto successo”.
“Io li capisco i governanti che comprano le armi, li capisco ma non li giustifico. Se fosse uno schema di pace, questo non sarebbe necessario - continua papa Francesco -. Quando noi siamo davanti a una persona, dobbiamo pensare a che cosa parlo di questa persona: alla parte brutta o alla parte nascosta, più buona. Tutti noi abbiamo qualcosa di buono, tutti! È proprio il sigillo di Dio in noi. Mai dobbiamo dare per finita una vita, no… Darla finita nel male, dire: ‘Questo è un condannato’. Perché ognuno di noi ha dentro la possibilità di fare ciò che fanno questi, che distruggono gente, che sfruttano gente. Perché il peccato è una possibilità della nostra debolezza e anche della nostra superbia”.
Lorena Bianchetti è la prima donna nella televisione italiana a intervistare il Papa, e facendo notare a papa Francesco che nelle trattative di pace per l’Ucraina non ci sono donne, il Papa risponde che “c’è una donna nel Vangelo della quale non si parla tanto, un po’ en passant, ed è la moglie di Pilato. Liquidata con un “non sono cose da donne” mentre invece “questa donna, che passa senza forza nel Vangelo, ha capito da lontano il dramma. Perché? Forse era mamma, aveva quell’intuizione delle donne. ‘Stai attento che non ti ingannino’. Chi? Il potere. Il potere che è capace di cambiare il parere della gente da domenica a venerdì. L’ ‘Osanna’ della domenica diviene il ‘Crocifiggilo!’ del venerdì. E questo è il pane nostro di ogni giorno. Ci vogliono le donne che diano l’allarme”.
Lorena Bianchetti sottolinea che “il Venerdì Santo è un po’ il giorno della solitudine”. E la solitudine, ricorda, “fa inevitabilmente pensare a quello che ognuno di noi ha provato nel periodo più acuto della pandemia”. E anche al momento straordinario di preghiera del 27 marzo del 2020 sul sagrato della Basilica di San Pietro presieduto dal Papa. “Io non sapevo - afferma il Pontefice - che la piazza sarebbe stata vuota”. “È stato un messaggio del Signore per capire bene la solitudine”. Sono tante le solitudini. “La solitudine degli anziani, la solitudine dei giovani che lasciamo soli”. E poi “la saggezza dei vecchi, tante volte trascurata e lasciata da parte in una casa di riposo”. Ma anche la solitudine “dei giovani che lasciamo soli”, quella delle persone “che stanno attraversando una tragedia personale”, la solitudine “di una donna picchiata dal marito”. Tutti sperimentano la solitudine. “Anche lei - aggiunge il Papa rivolgendosi alla giornalista - ha la sua solitudine”. “Io ho le mie. Piccole solitudini, ma è lì, in quelle piccole solitudini, che possiamo capire la solitudine di Gesù, la solitudine della croce”.
Si è mai sentito solo - chiede durante l’intervista Lorena Bianchetti - nel portare avanti il suo ministero? “No -risponde Francesco - Dio è stato buono con me. Sempre, se c’è una cosa brutta, mette qualcuno che mi aiuti! Si fa presente. È stato molto generoso. Forse perché Lui sa che io da solo non ce la faccio”.
Riferendosi ad alcune ferite che colpiscono anche la Chiesa, il Papa osserva che lo spirito di mondanità è quello che “fa più male oggi”. “Si alimenta e cresce con i soldi”. “Quando cade nello spirito mondano, la Chiesa è sconfitta”. Va bene “usare i soldi per fare del bene, per portare avanti la famiglia col lavoro”, per servire. Il Pontefice ricorda inoltre che ogni giorno, al mattino, rivolge una preghiera a San Michele Arcangelo. “Tutti i giorni! Perché mi aiuti a vincere il diavolo”. “Io ho paura di lui, per questo devo difendermi tanto. Il diavolo che aveva fatto tutta la manovra perché Gesù finisse, come è finito, sulla croce”.
Ponendo un’altra domanda sulla guerra in Ucraina, la giornalista Lorena Bianchetti sottolinea che “Kiev non è più un semplice luogo geografico”. Agli occhi del mondo rappresenta molto di più. Nel suo cuore, chiede, che cos’è? “Un dolore. Il dolore - aggiunge il Papa - è una certezza”. Per il dolore fisico si può intervenire ma per quello morale “non ci sono delle anestesie”. “Soltanto la preghiera e il pianto”. “Abbiamo dimenticato di piangere. Se io posso dare un consiglio, a me e alla gente, è di chiedere il dono delle lacrime”. Il Santo Padre ricorda anche “una bella preghiera”: “Signore, tu che dalla roccia hai fatto uscire acqua, fa uscire lacrime dalla roccia del mio cuore”. Poi Francesco chiede: quanta gente, davanti alle immagini delle guerre, di qualsiasi guerra, è riuscita a piangere? “Alcuni sì, sono sicuro, ma tanti non sono riusciti”.
In questo giorno di Venerdì Santo il Papa si rivolge anche al cuore di ogni uomo: “Davanti a Gesù Crocifisso, lasciati toccare il cuore, lascia che Lui ti parli con il suo silenzio e col suo dolore”. “Ti parli con quella gente che sta soffrendo nel mondo: soffre la fame, la guerra, tanto sfruttamento e tutte queste cose”. “Che Gesù ti parli e per favore non parlare tu. Lascia che sia Lui e chiedi la grazia del pianto”. Il Pontefice invia poi un messaggio di fratellanza a tutti i “fratelli vescovi ortodossi”. Fratelli “che stanno vivendo questa Pasqua con lo stesso dolore con cui la stiamo vivendo noi, io e tanti cattolici”.
Come si fa a perdonare tutte quelle persone che ci fanno del male, che uccidono innocenti, che fanno del male non solo fisicamente, ma anche psicologicamente? A questa domanda il Papa risponde sottolineando che il perdono ha una radice divina: “Se io non ho fatto quel male, è perché Lui mi ha fermato con la Sua mano, con la Sua misericordia. Per questo io non posso condannare uno che viene a chiedere perdono. Sempre devo perdonare. Ognuno di noi può dirlo di se stesso”.
Un altro passaggio dell’intervista riguarda tutte quelle persone che, anche in seguito al Covid, hanno perso il lavoro. Quali parole di speranza, chiede la conduttrice del programma “A sua immagine”, vuole dare loro? “La parola chiave - afferma il Papa - è speranza”, una forza che si rivela “una tensione verso il futuro, verso il Cielo”. “La speranza non delude mai, ma ti fa aspettare”. Anche se nascosta la speranza, spiega Francesco, “ti fa trovare la strada giusta”. Avere speranza non significa illudersi e non significa farsi “leggere le mani”. La speranza invece è un’àncora, una certezza, da non confondere con l’ottimismo. Avere speranza vuol dire “andare verso la vita”.
L’intervista si conclude con l’augurio di Papa Francesco per la Pasqua. “Il mio augurio è di non perdere la speranza”. “La vera speranza, che non delude, è chiedere la grazia del pianto, ma del pianto di gioia, del pianto di consolazione, il pianto di speranza”. “Chiediamo a Pietro che ci insegni a piangere come lui ha fatto. E poi il silenzio del Venerdì Santo”. Sono ormai quasi le tre del pomeriggio. Come dobbiamo oggi, chiede Lorena Bianchetti, vivere questa ora? L’ interrogativo rimane sospeso e il Pontefice, per alcuni secondi, resta in silenzio. Le ultime frasi sono scandite da un abbraccio. La posso abbracciare - chiede la giornalista Lorena Bianchetti - a nome di tutti? “Grazie a lei. Il Signore - risponde infine Francesco - la benedica!”.
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