Viaggio tra le Madonnelle storiche di Roma
testo Danilo Paolini, foto Siciliani - da www.avvenire.itmercoledì 28 aprile 2021
Che si passeggi spensierati nel cuore di Roma, magari da turisti, o che si inceda pensierosi, inseguiti da impegni di lavoro e da problemi personali, è davvero difficile non notarle
Basta alzare lo sguardo e si possono ammirare veri e propri capolavori d’arte e di cristianità. Parliamo delle edicole mariane, nella Capitale da sempre chiamate “Madonnelle”.
Nella galleria che pubblichiamo in occasione dell’apertura del mese mariano ne raccogliamo alcune, ma è stato calcolato che nei rioni del centro storico vi siano oltre 500 edicole sacre dedicate alla Madonna, verso la quale la devozione dei romani è grande e radicata.
Si dice che anche il peccatore romano più incallito, davanti a una di queste immagini, reciti dentro di sé un’Ave Maria o le rivolga comunque un pensiero filiale. Non mancano, ovviamente, le testimonianze di gratitudine per le grazie ricevute o semplici omaggi floreali.
Ciò accade anche in altre città e paesi lungo la Penisola, ma la devozione a Maria è quasi un tutt’uno con la romanità verace. Per capirlo basta pensare alla meravigliosa icona bizantina denominata Salus Populi Romani, che la tradizione attribuisce a San Luca evangelista, custodita nella Basilica papale di Santa Maria Maggiore e tanto cara ai figli di Roma.
Oppure alla Madonna del Divino Amore: ogni sabato notte, da Pasqua a fine ottobre, il Santuario a Lei dedicato, lungo la via Ardeatina, è meta di un partecipato pellegrinaggio. Si parte alle 24 da piazza di Porta Capena e si raggiunge il Santuario alle 5 del mattino della domenica, per la celebrazione della Messa.
Che dire, poi, delle processioni dell’antica “Festa de Noantri” a Trastevere? “Noantri” sta per “noi altri trasteverini”: è la festa in onore della Beata Vergine del Carmelo, senz’altro una delle più sentite dai veri romani, le cui origini vengono fatte risalire al 1535. Si tramanda infatti che in quell’anno, dopo una tempesta, alcuni pescatori trovarono alla foce del Tevere una statua della Vergine Maria scolpita in legno di cedro. Per questa ragione è chiamata “Madonna Fiumarola”, e ogni anno in occasione della sua memoria liturgica (16 luglio) viene portata in processione durante la “Festa de Noantri” sia per i vicoli del rione, sia lungo il fiume, in barca. Non stupisce, perciò, che soltanto a Trastevere vi siano ben 24 edicole mariane.
Ma per comprendere ancora meglio il rapporto tra i romani e Maria, e quindi l’attaccamento alle tante Madonnelle agli angoli delle vie, bisogna leggere questa poesia di un cantore della romanità come Carlo Alberto Salustri, detto Trilussa:
Quann’ero regazzino, mamma mia me diceva: “Ricordate, fijolo, quanno te senti veramente solo,tu prova a recità ‘n’ Ave Maria.
L’anima tua da sola spicca er volo e se solleva, come pe’ maggìa”.
“Ormai so’ vecchio, er tempo m’è volato.
Da un pezzo s’è addormita la vecchietta,
ma quer consijo nun l’ho mai scordato.
Come me sento veramente solo
io prego la Madonna Benedetta
e l’anima mia da sola pija er volo.
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