Rai1 Il caso
dic 30

“Rimanete nel mio amore: produrrete molto frutto” (Cf. Gv 15,5-9)

Ogni anno i cristiani appartenenti alle diverse Chiese dedicano un tempo comune alla preghiera, per chiedere insieme al Padre il dono dell’unità, secondo il desiderio di Gesù.

Egli la vuole “perché il mondo creda” (Gv 17,21): è con l’unità che si cambia il mondo, si creano comunione, fraternità e solidarietà. Essa è fondamentalmente un dono di Dio, per questo è indispensabile chiederla con insistenza e fiducia al Padre.

È l’esperienza di un gruppo che, in Spagna, vive la Parola di vita. Da alcuni anni, proprio durante la Settimana di preghiera per l’Unità dei cristiani, si sentono spinti a pregare per la grazia dell’unità e a costruire ponti. Scrive Margarita: “Abbiamo contattato il responsabile diocesano dell’ecumenismo, i parroci, il sacerdote ortodosso e i pastori evangelici. Ci siamo raccolti per pregare, come cristiani unanimi, prima nella parrocchia cattolica poi in quella ortodossa. Ogni volta le nostre chiese si riempiono della gioia che viene dalla presenza di Dio. È Lui che apre strade di unità“.

Per il 2021, la comunità monastica di Grandchamp ha proposto come luce per questo cammino un motto molto efficace, tratto dal vangelo di Giovanni:

“Rimanete nel mio amore: produrrete molto frutto”.

È un pressante invito a vivere ed operare per l’unità dei cristiani in questi giorni speciali, continuando per tutto l’anno, per tutta la vita. Le nostre divisioni sono una grave ferita, che ha bisogno di essere sanata, prima di tutto dalla misericordia di Dio e poi dall’impegno a conoscerci, stimarci e testimoniare insieme il vangelo.

Con queste parole, Gesù ci svela i passi sicuri da fare: prima di tutto “rimanere” nel suo amore.

Occorrerà dunque stringere più forte il nostro personale rapporto con Lui, affidargli la nostra vita, credere nella sua misericordia. Gesù infatti “rimane” sempre con noi, fedelmente.

Allo stesso tempo ci chiama a metterci con decisione dietro a Lui, per fare come Lui della nostra esistenza un dono al Padre; ci propone di imitarlo nel venire incontro con delicatezza alle necessità di ogni persona con cui condividiamo una parte piccola o grande della nostra giornata, con generosità e disinteresse, per portare così “molto frutto”.

“Rimanete nel mio amore: produrrete molto frutto”.

Risuonano di grande attualità le parole di Chiara Lubich, pronunciate a Ginevra nell’ottobre 2002 durante le celebrazioni del Giorno della Riforma: «[...] Quanto bisogno d’amore nel mondo! [...] (Gesù) ha detto che il mondo ci avrebbe riconosciuto come suoi e, attraverso di noi, avrebbe riconosciuto lui, dall’amore reciproco, dall’unità: “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri” (Gv 13,35). [...] l’abbiamo capito: il tempo presente domanda a ciascuno di noi amore, domanda unità, comunione, solidarietà. E chiama anche le Chiese a ricomporre l’unità lacerata da secoli. E’ questa la riforma delle riforme che il Cielo ci chiede; è il primo e necessario passo verso la fraternità universale con tutti gli altri: uomini e donne del mondo. Il mondo infatti crederà se noi saremo uniti. Lo ha detto Gesù: “Che tutti siano uno (…) affinché il mondo creda” (cf Gv 17,21). Dio questo vuole! [...]. Che egli ci dia la grazia, se non di veder realizzato tutto questo, almeno di prepararlo»

Letizia Magri

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