Il Motu proprio Sinodo per l’Amazzonia
set 30

da www.focolariitalia.it del 29 settembre 2019

20190529

“Custodisci, mediante lo Spirito Santo che abita in noi, il bene prezioso che ti è stato affidato” (2 Tm 1,14).

L’apostolo Paolo scrive a Timoteo, suo “figlio nella fede” (1), con cui ha condiviso la sua attività evangelizzatrice ed al quale ha affidato la comunità di Efeso. Sentendosi vicino alla morte, Paolo lo incoraggia in questo impegnativo compito di guida.

Timoteo infatti ha ricevuto un “bene prezioso”, cioè il contenuto della fede cristiana, così come gli apostoli lo hanno trasmesso, ed ha la responsabilità di comunicarlo a sua volta, fedelmente, alle generazioni successive.

Per Paolo ciò significa proteggere e far risplendere il dono ricevuto, disposto anche a dare la vita per diffondere la lieta notizia che è il Vangelo.

“Custodisci, mediante lo Spirito Santo che abita in noi, il bene prezioso che ti è stato affidato”.

Paolo e Timoteo hanno ricevuto lo Spirito Santo come luce e garanzia per il loro insostituibile compito di pastori ed evangelizzatori. Attraverso la loro testimonianza e quella dei loro successori, l’annuncio del Vangelo è arrivato fino a noi.

Allo stesso modo, ogni cristiano ha la sua “missione” nella propria comunità sociale e religiosa: costruire una famiglia unita, educare i giovani, impegnarsi nella politica e nel lavoro, prendersi cura delle persone fragili, illuminare la cultura e l’arte con la sapienza del Vangelo vissuto, consacrare la vita a Dio per il servizio dei fratelli.

Anzi, secondo le parole di papa Francesco ai giovani, «[...] ogni uomo e donna è una missione [...]»(2). Il mese di ottobre 2019 è stato proclamato dalla Chiesa Cattolica “Mese missionario straordinario”. Può essere anche per noi l’occasione di rinnovare consapevolmente l’impegno a testimoniare la nostra fede, con il cuore aperto e dilatato dall’amore evangelico che genera accoglienza, incontro e dialogo (3).

“Custodisci, mediante lo Spirito Santo che abita in noi, il bene prezioso che ti è stato affidato”.

Ogni cristiano è “tempio” dello Spirito Santo, che permette di scoprire e custodire i “beni preziosi” che gli sono affidati, per farli crescere e metterli al servizio di tutti. Il primo di questi “tesori” è la fede nel Signore Gesù. Occorre che noi cristiani la risvegliamo e la nutriamo con la preghiera, per poi comunicarla attraverso la testimonianza della carità.

Racconta J. J., un sacerdote ordinato da poco: «Mi è stata affidata la cura dei fedeli di una grande chiesa cattolica in una metropoli brasiliana. L’ambiente sociale è molto difficile e spesso le persone che incontro non hanno una identità religiosa definita; per questo partecipano sia alla messa che ad altre antiche cerimonie tradizionali. So di essere responsabile di trasmettere la fede cristiana nella fedeltà al Vangelo, ma desidero anche che tutti si sentano accolti in parrocchia. Ho pensato che, per valorizzare le radici culturali di queste persone, la celebrazione della messa poteva essere più festosa ed animata da strumenti musicali tipici delle loro culture. È una sfida impegnativa, ma che rende tutti felici perché, invece di dividere la comunità, ci unisce in ciò che abbiamo in comune: la fede nel Dio che ci dona la gioia».

“Custodisci, mediante lo Spirito Santo che abita in noi, il bene prezioso che ti è stato affidato”.

Un altro tesoro inestimabile che abbiamo ricevuto da Gesù stesso è la sua parola, che è parola di Dio.

Questo dono «[...] comporta da parte nostra una grande responsabilità [...]. Dio ci ha dato la sua parola perché noi la facessimo fruttificare. Egli vuole vedere attuata nella nostra vita e nella nostra azione nel mondo quella trasformazione profonda, di cui essa è capace. [...]. Come vivremo allora la Parola di vita di questo mese? Amando la parola di Dio, cercando di conoscerla sempre meglio e soprattutto mettendola in pratica con sempre maggiore generosità, in modo che essa diventi realmente il nutrimento base della nostra vita spirituale, il nostro maestro interiore, la guida della nostra coscienza, il punto di riferimento incrollabile di tutte le nostre scelte e di tutte le nostre azioni. [...] Nelle coscienze c’è tanto smarrimento e confusione, tutto tende a relativizzarsi e ad annebbiarsi. Vivendo la parola di Dio non solo saremo muniti contro questo grave pericolo ma, secondo la significativa espressione di Gesù (cf Mt 5,15-16), diventeremo delle lampade accese, le quali con la loro luce aiuteranno anche gli altri ad orientarsi ed a ritrovare il retto cammino» (4).

Letizia Magri

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