Domenica 4 settembre Francesco canonizza la suora albanese “politicamente scorretta” che ha trascorso la sua vita a occuparsi dei più derelitti restituendo loro dignità
In soli cinquant’anni dall’approvazione pontificia voluta da Paolo VI nel 1964 le Missionarie della Carità di Madre Teresa di Calcutta sono cresciute da qualche centinaio a oltre 5.300 religiose in 758 case sparse per il mondo. Ma sarebbe un errore madornale leggere la storia di questa piccola donna albanese piena di rughe, fragile come una farfalla e coraggiosa come una leonessa, alla luce delle statistiche o dei «successi» numerici. Madre Teresa ha portato con grande forza al centro della sua vita e perciò della sua testimonianza l’amore incondizionato per i poveri, per gli ultimi. Per quei poveri e quegli ultimi che raccoglieva per le strade di Calcutta, riuscendo soltanto, nella maggior parte dei casi, ad assicurare una morte degna e circondata di amore. Quell’amore che non avevano mai potuto sperimentare lungo la vita di mendicanti o scartati dalla società delle caste. Continua a leggere
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