Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 13,31-33.34-35.
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 13,31-33.34-35.
Nell’ultimo discorso di Gesù, l’amore è al centro: l’amore del Padre per il figlio, l’amore per Gesù che è osservanza dei suoi comandamenti.
Coloro che ascoltavano Gesù non facevamo fatica a riconoscere nelle sue parole un’eco dei Libri sapienzali: “l’amore è osservanza delle sue leggi”(Sap. 6,18) e “facilmente è contemplata - la Sapienza - da chi l’ama (Cf Sap. 6,12). E soprattutto quel manifestarsi a chi lo ama trova il suo parallelo veterotestamentario in Sap 1,2, dove si dice che il Signore si manifesterà a coloro che credono in Lui.
Ora il senso di questa Parola, che proponiamo, è: chi ama il Figlio è amato dal Padre, ed è riamato dal Figlio che si manifesta a Lui.
“Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui”.
Tale manifestazione di Gesù chiede però di amare.
Non si concepisce un cristiano che non abbia questo dinamismo, questa carica d’amore nel cuore. Un orologio non funziona, non dà l’ora - e si può dire che non è neppure un orologio - se non è carico. Così un cristiano, che non è sempre nella tensione di amare, non merita il nome di cristiano.
E questo perché tutti i comandamenti di Gesù si riassumono in uno solo:in quello per l’amore in Dio e il prossimo, nel quale vedere e amare Gesù.
L’amore non è mero sentimentalismo ma si traduce in vita concreta, nel servizio ai fratelli, specie quelli che ci stanno accanto, cominciando dalle piccole cose, dai servizi più umili.
Dice Charles de Foucauld: ” Quando si ama qualcuno, si è molto realmente in lui, si è in lui con amore, si vive in lui con l’amore, non si vive più in sé, si è distaccati da sé, fuori di sé”(C. de Foucauld, Scritti sprirituali, Città Nuova, VII, Roma 1975, p.110).
Ed è per questo amore che si fa strada in noi la sua luce, la luce di Gesù, secondo la sua promessa: “A chi mi ama …mi manifesterò a lui”(Cf Gv 14,21). L’amore è fonte di luce: amando si comprende di più Dio che è amore.
E questo fa sì che si ami ancora di più e si approfondisca il rapporto con i prossimi.
Questa luce, questa conoscenza amorosa di Dio è dunque il suggello, la riprova del vero amore. E la si può sperimentare in vari modi, perché in ciascuno di noi la luce assume un colore, una sua tonalità. Ma ha delle caratteristiche comuni: ci illumina sulla volontà di Dio, ci dà pace, serenità, e una comprensione sempre nuova della Parola di Dio. E’ una luce calda che ci stimola a camminare nella via della vita in modo sempre più sicuro e spedito. Quando le ombre dell’esistenza ci rendono incerto il cammino, quando addirittura fossimo bloccati dall’oscurità, questa Parola del Vangelo ci ricorderà che la luce si accende con l’amore e che basterà un gesto concreto d’amore anche piccolo (una preghiera, un sorriso, una parola), a darci quel barlume che ci permette di andare avanti.
Quando si va in bicicletta di notte, se ci si ferma si piomba nel buio, ma se ci si rimette a pedalare la dinamo darà la corrente necessaria per vedere la strada.
Così è nella vita: basta rimettere in moto l’amore, quello vero, quello che dà senza aspettarsi nulla, per riaccendere in noi la fede e la speranza.
Chiara Lubich
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Temi di discussione:
Salumi dop piacentini
Chisolini
Tortelli d’erbette
con burro fuso e salvia
Reale di vitello
-patate al forno e verdure cotte-
Tiramisù
Vino
bianco e rosso
piacentini
Acqua
caffè
Domenica 11 aprile 2010 eravamo in molti di buon mattino, nonostante la pessima giornata, alla partenza per Torino.
Lunga la fila, composta e paziente, in attesa di sostare davanti al “SANTO LINO”.
L’attesa ed il freddo non hanno scoraggiato nessuno e, alla fine, la visita ha lasciato tutti soddisfatti ed emozionati.
Il successo ha avuto vasto eco tanto che nuove richieste hanno indotto ad organizzare un’altra visita per il giorno Giovedi 20 maggio con partenza da Voghera alle ore 8,00.
Per le prenotazioni e le ulteriori informazioni contattare M.C.L. – Piazza Duomo 70 - Voghera, o telefonare allo 0383/42980.
Risuscitato al mattino nel primo giorno dopo il sabato, apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva cacciato sette demòni.
Questa andò ad annunziarlo ai suoi seguaci che erano in lutto e in pianto.
Ma essi, udito che era vivo ed era stato visto da lei, non vollero credere.
Dopo ciò, apparve a due di loro sotto altro aspetto, mentre erano in cammino verso la campagna.
Anch’essi ritornarono ad annunziarlo agli altri; ma neanche a loro vollero credere.
Alla fine apparve agli undici, mentre stavano a mensa, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risuscitato.
Gesù disse loro: “Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura.”
Domenica pomeriggio, 28 marzo 2010, presso la sede del Movimento Cristiano Lavoratori, in Piazza Duomo 70 in Voghera, si è tenuta una breve cerimonia per la premiazione del 1° Concorso Biennale “Mons. BOVERI e Mons. COLOMBI” intitolato Ama il prossimo tuo come te stesso.
La giuria composta da: Antonio Airò, Rinaldo Bertolini, Emanuele Bottiroli, Miranda Faravelli e Silvana Vallazza, ha assegnato il 1° Premio di € 400,00 a Stefania Foglia, studente dell’Istituto Blaise Pascal.
Il Suo racconto semplice ed efficace ha trattato il tema dell’accoglienza.
Il 2° Premio di € 300,00 è stato assegnato a Riccardo Maragna, studente dell’Istituto Liceo Statale G. Galilei, Sez. classica.
Il Suo racconto ha toccato con sensibilità i temi della condivisione e dell’amore fraterno.
Al termine della premiazione è seguito un breve rinfresco per ringraziare i partecipanti e per dare appuntamento agli amici intervenuti alla 2ª edizione del premio previsto per l’anno 2012.
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 20,19-31.
La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!».
Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi».
Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo;
a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù.
Gli dissero allora gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!».
Poi disse a Tommaso: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!».
Rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!».
Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!».
Molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli, ma non sono stati scritti in questo libro.
Questi sono stati scritti, perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
IDEE e FUTURO 2010
(Lo scopo degli incontri è quello di trattare una serie di argomenti, problematiche e proposte che interessano la vita quotidiana dei cittadini italiani ed europei, analizzati e proposti secondo il Vangelo e la dottrina Sociale della Chiesa .)
accoglienza e integrazione
“Gesù venne fra la sua gente ma i suoi non l’hanno accolto.
A quanti però l’hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio.”
L’INVITO È ESTESO A TUTTI
Se non potete intervenire personalmente:
mandate un fax con le vostre idee al n. 0383 214021 o una e-mail a mclvoghera@ libero.it .
Gli altri incontri a tema, sono programmati per:
25 ott 2010 - il denaro, un mezzo oppure il fine della vita?
29 nov 2010 - la pensione ha un futuro?
1) Ė giusto pagare le tasse?
Tutti sono d’accordo che è giusto pagarle.
I prezzi di ogni prodotto o prestazione devono essere comprensivi di IVA. Il contribuente, al momento della dichiarazione dei redditi, potrà detrarre il 40-50% delle spese sostenute.
Lo Stato giusto riesce a far pagare a tutti le tasse in modo di sopperire ai bisogni delle fasce più deboli
2) La flessibilità del lavoro obbligherà tutti a diventare autonomi?
Il problema è reale e attuale visto l’andamento del mercato del lavoro.
Tutti i lavoratori devono partecipare alla costruzione di un sistema che consenta a tutti di essere protetti nel momento del bisogno in cambio di prestazioni sociali.
3) Le esigenze della famiglia attuale
Tutti sono concordi che non essendo più attuale la grande famiglia, occorre sostenere la famiglia per i primi tre anni di età dei bambini.
Sostegno economico per le famiglie che assistono a casa anziani e/o ammalati bisognosi di cure.
Organizzazione del lavoro tale che i figli possano essere assistiti da un genitore.
4) Quale città vivibile?
Tutti hanno paura dell’inquinamento, in particolare nelle città, ma nessuno vuole rinunciare alle proprie abitudini.
Una città suddivisa in aree vivibili, sia al centro che in periferia, senza macchine nelle strade ma confinate in box o parcheggi.
Percorso di uscita degli automezzi dalla città su viabilità predefinita.
I mezzi, che arrivano da altre località, sono parcheggiate ai margini della città ed i viaggiatori utilizzano i mezzi pubblici per i trasferimenti interni, con il pagamento di un biglietto a costo limitato.
Per Voghera, in particolare, si suggerisce il ripristino del parco verde Gallini-Baratta con recupero della destinazione originaria ad azienda agricola a servizio dell’Istituto Agrario e a polmone verde a servizio dell’aria cittadina.
5) Riportare il bene comune al centro del nostro essere.
Ribaltare la cultura dell’egoismo.
Mantenere il proprio interesse personale-economico all’interno dell’interesse superiore della comunità, operando nella legalità e solidarietà.
Partecipare alla vita politica non per volontà di potere o di arricchimento personale, ma come servizio alla comunità.
Il bene comune non è solo il nostro bene, ma anche il bene dei soggetti più deboli.
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